Storie di famiglia che raccontantano una e più epoche: a Narni e in Bct il libro di Bufi

Terni – Doppia presentazione per ‘L’odore della carta’: il 7 giugno presso il museo Eroli e il 12 in biblioteca a Terni

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Doppia presentazione per ‘L’odore della carta’ (Bertoni Editore), romanzo d’esordio del ternano Stefano Bufi. Dopo l’anteprima al Salone del Libro di Torino, i prossimi appuntamenti sono quelli di venerdì 7 giugno a Narni (ore 17 museo Eroli, letture di Andreina Santicchia) insieme allo storico narnese Francesco Bussetti ed al sindaco Lorenzo Lucarelli, e di mercoledì 12 giugno a Terni (ore 17 Bct, letture di Laura Satolli) con la professoressa Letizia Pellegrini, già presidente del conservatorio ‘Briccialdi’ di Terni.

Stefano Bufi

«L’odore della carta – spiega Stefano Bufi, ingegnere civile e che a Terni è stato anche assessore comunale – è il mio libro di esordio. In età avanzata, è vero, ma io ho sempre avuto la passione per la scrittura, ma sempre a livello privato. Tutto questo mentre svolgevo la mia attività lavorativa di ingegnere e la mia attività pubblica come amministratore al Comune di Terni. Quando queste due esperienze si sono concluse (Stefano Bufi è in pensione e da diversi anni non ha più incarichi politici, ndR) ho avuto il tempo materiale e soprattutto la disposizione mentale per occuparmi di scrittura in maniera seria e organica».

«Dentro di me – prosegue – è venuta pian piano formandosi l’idea di scrivere intorno alla mia famiglia: in casa, io e mio fratello avevamo una gran massa di documenti, quelli che si ereditano alla scomparsa dei genitori e che si chiudono in qualche cassetto. Lettere, fotografie, carte di vario genere: le ho ritirate fuori, riorganizzate, di alcune non conoscevo neppure l’esistenza. Mi si è così composto un quadro di vicende che, pur non avendo nulla di eccezionale o di storicamente rilevante, purtuttavia sembravano interessanti e soprattutto tali da tratteggiare un’epoca, un costume, una società.
È stato allora che ho deciso che valeva la pena di scriverle quelle storie e quelle vicende di vita vissuta: tutto quello che viene raccontato ne ‘L’odore della carta’ attiene a fatti realmente accaduti, a persone realmente vissute, nulla è inventato, tutto è stato da me ricostruito con la massima verosimiglianza possibile».

«E il titolo viene appunto da lì, dai vecchi documenti cartacei che hanno un odore particolare, inconfondibile, che rimanda immediatamente al passato. Così mi sono messo a scrivere, scartando subito la modalità ‘elenco cronologico di nascite e morti, tizio è vissuto facendo il … etc. etc.’, bensì cercando di costruire un vero e proprio romanzo storico, raccontando fatti, accadimenti particolarmente significativi o emotivamente toccanti, attraverso i quali poter anche leggere le grandi vicende pubbliche che hanno caratterizzato il Novecento, a cui inevitabilmente le storie private della mia famiglia sono intrecciate».

«La mia famiglia – spiega Bufi – è originaria di Narni e io racconto le vicende dei miei bisnonni materni Boscherini e Marini, arrivati a Narni l’uno da Firenze e l’altro da Magliano Sabina e da Roma; la famiglia paterna Bufi, viceversa, era stanziata a Narni almeno fin dai primi dell’Ottocento. Racconto poi il personaggio di Filippo Ubaldi, zio di mia mamma, militare di carriera che ha concluso la sua esperienza con il grado di Generale, prima volontario in Libia, poi combattente e decorato sul fronte dell’Isonzo nella prima guerra mondiale, poi ufficiale nelle colonie africane, poi impegnato e ancora decorato nella seconda guerra mondiale in Jugoslavia, per concluderla infine come prigioniero dei tedeschi dopo l’8 settembre per due anni e mezzo di campi di detenzione in Germania. Racconto la vita e la morte prematura di mio nonno Boscherini che, malato di tubercolosi, scrive delle lettere struggenti alla moglie e alle figlie dai sanatori dove era ricoverato».

«Un capitolo è dedicato ad una storia d’amore vissuta da mia mamma ventenne durante gli anni ’40; un altro a storie di guerra della seconda guerra mondiale che riguardano due miei parenti, infine descrivo l’Italia del primo dopoguerra attraverso la vicenda sentimentale e il matrimonio dei miei genitori. Tutta questa storia familiare viene riconnessa alla mia esperienza di vita personale nel primo e nell’ultimo capitolo: nel primo racconto come sono arrivato a scrivere questo libro, nell’ultimo narro alcune mie vicende legate al ruolo della famiglia e concludo passando il testimone della memoria, in senso ideale, alle generazioni future, in questo caso alla mia nipote Caterina, oggi 9 anni, alla quale il libro è dedicato. È stato un lavoro anche di ricerca – concloude Stefano Bufi – perché io sono andato a vedere di persona alcuni dei luoghi dove si sono svolte le vicende narrate ne ‘L’odore della carta’, cercandovi le tracce del passato: e anche di questo si racconta nel libro».

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