di S.F.
La rimozione, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti presente all’interno di un immobile di proprietà della Falzarano srl, in località Vascigliano. A Stroncone c’è una battaglia giudiziaria su questo tema che vede protagonisti il Comune da un lato e la società dall’altro: l’ordinanza del sindaco Giuseppe Malvetani è finita al Tar dell’Umbria. E non è escluso che arrivi al Consiglio di Stato.

L’ordinanza e l’abbandono dei rifiuti
Si tratta di un’area acquistata dalla società – difesa dall’avvocato Patrizia Bececco – in seguito ad un fallimento degli scorsi anni. Il Comune ha firmato l’ordinanza per rimuovere tutto con urgenza il 29 novembre con un tempo massimo di trenta giorni dalla notifica; in più il successivo ripristino dello stato dei luoghi e le misure per impedire l’accesso e l’abbandono incontrollato dei rifiuti. Tutto impugnato dalla Falzarano srl con richiesta di sospensiva. Nulla da fare: «Nei limiti della delibazione che tipicamente connotano la presente fase, appaiono al collegio non ravvisabili i presupposti necessari per la concessione dell’invocata tutela cautelare, attesa la mancata allegazione, da parte della società ricorrente, di un pericolo di danno connotato dei caratteri della gravità e della irreparabilità , quale conseguenza dell’esecuzione dell’impugnato provvedimento», si legge nell’ordinanza cautelare a firma Raffaele Potenza. L’amministazione aveva reiterato l’ordine il 25 gennaio, fissando il termine ultimo per l’operazione al 14 febbraio.
La prevenzione
Inoltre il Tar rileva, nel contemperamento dei contrapposti interessi, «la prevalenza dell’esigenza della prevenzione di qualsiasi potenziale pericolo di contaminazione ambientale, anche derivante da caso fortuito, e la suscettibilità del pregiudizio economico paventato dalla parte ricorrente quale conseguenza dell’esecuzione del provvedimento impugnato di essere adeguatamente tutelato mediante il risarcimento per equivalente nell’eventualità dell’accoglimento del ricorso nel merito». Istanza di sospensiva non accolta e condanna al pagamento delle spese a favore del Comune per 1.000 euro, difeso nella circostanza da Antonio De Angelis. Non è finita qui. La responsabile del procedimento per il Comune è Giovanna Moretti.