Suicidio Boninsegni, processo in vista

A seguito dell’indagine scaturita dalla morte del commercialista ternano, il pm Massini ha formulato le richieste di rinvio a giudizio

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Un dolore che non potrà essere colmato dalle sentenze. Ma chiedere giustizia, dopo ciò che è accaduto, è il minimo che si possa fare. La tragedia è quella che il 28 luglio del 2011, che mise fine alla vita di Gianluca Boninsegni, commercialista ternano di 49 anni, e segnò per sempe quella dei suoi familiari. L’uomo si tolse la vita gettandosi da un ponte a Narni e le successive indagini svelarono tutto ciò che si nascondeva dietro a quel gesto.

Due arresti Al suicidio fecero seguito le indagini condotte dalla procura e dalla squadra Mobile di Terni che portarono all’arresto di due imprenditori ternani – il 59enne Gianni Rossi e il 57enne Andrea Palmieri – accusati di estorsione aggravata, evasione fiscale e istigazione al suicidio.

Le richieste del pm Il primo, assistito dall’avvocato Roberto Spoldi, ha già patteggiato una pena di due anni e otto mesi per i reati – estorsione e istigazione al suicidio – collegati alla tragedia del commercialista. Contestazioni a cui se ne sono poi aggiunte altre: il pm Elisabetta Massini ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di Rossi per cinque diversi capi di imputazione per reati che vanno dalla truffa all’usura, fino all’estorsione e alla violazione del decreto legislativo 74 sui reati tributari. Tutti episodi non collegati al suicidio di Gianluca Boninsegni e finiti sotto la lente della magistratura nell’ambito dell’indagine partita proprio da quel fatto.

L’altro indagato A Palmieri – difeso dall’avvocato Giovanna Nicotra del foro di Piacenza – vengono contestati l’estorsione e l’istigazione al suicidio, riferiti in questo caso proprio alla morte del professionista. L’imprenditore si è sempre dichiarato completamente estraneo alle accuse.

Danneggiati Nel procedimento figurano undici parti offese individuate dalla procura: si tratta per la maggior parte di titolari di locali e bar ritenuti danneggiati dalla condotta del Rossi. Quest’ultimi sono rappresentati, fra gli altri, dagli avvocati Francesco Mattiangeli (nei confronti di Palmieri), Luigi Fiocchi e Alessandro Ciglioni. Fra le parti offese, in relazione ai reati tributari, figura anche l’Erario.

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