di S.F.
Da un lato a Genova – impegnata la Rina Check – sta verificando il progetto complessivo ed esecutivo del I stralcio della maxi ristrutturazione. Dall’altro però c’è ancora da chiudere una vecchia partita legata al teatro Verdi perché c’è qualcuno che deve incassare dei soldi sulla base di un sentenza del Tar sulla revoca dell’appalto formalizzata nel 2019: si tratta della Krea Costruzioni srl. In ballo restano poco più di 128 mila euro, non proprio spicci.
10 AGOSTO 2017, LA REVOCA IN AUTOTUTELA DEL COMUNE
KREA: «REVOCA ILLEGITTIMA»
OTTOBRE 2019, CHIUSA FORMALMENTE LA REVOCA KREA
Terni, revoca appalto Verdi: ‘conto’ salato per il Comune
Ottemperanza
In sostanza la Krea ha fatto ricorso per l’ottemperanza della sentenza del 10 febbraio 2020, quando il Comune fu condannato al risarcimento danni da oltre 100 mila euro per la responsabilità precontrattuale legato all’appalto revocato per il Verdi. Storia finita? Nemmeno per sogno. Sono trascorsi due anni e la società narnese deve ancora vedere i soldi. Per questo motivo è stata presentata un’ulteriore istanza – c’è stata la rinuncia alla sospensiva – al Tribunale amministrativo regionale per chiudere una volta per tutte la vicenda.
Osl o Comune?
Il ricorso coinvolge il Comune di Terni, la Regione Umbria, l’ingegnere Gabriele Salvatoni e anche l’Organo straordinario di liquidazione. Motivo? Perché c’è un altro filone della vicenda. Al centro dello scontro c’è anche il momento in cui è sorto il diritto riconosciuto dal Tar con la sentenza: sponda Krea c’è la convinzione che sia del Comune in quanto la revoca è dell’ottobre 2019, mentre per palazzo Spada è in capo all’Osl perché l’iter è scattato pre 1° gennaio 2018. La questione sposta e non poco perché – come noto c’è la procedura semplificata per liquidare i creditori – con l’Osl ci sarebbe il taglio del 40% della cifra in ballo, circa 50 mila euro. Martedì è prevista l’udienza con il coinvolgimento degli avvocati Alessandra Fagotti, Giovanni Diotallevi, Paolo Gennari e Francesco Silvi.