di S.F.
La Ternana non è una squadra da scontri diretti. Almeno nel girone d’andata, ormai in dirittura d’arrivo e che delinea una formazione, per un motivo o per l’altro, non in grado di gestire una gara che può garantire un salto di qualità per la classifica: nuova prova, con un Vicenza privo di numerosi perni fondamentali della squadra, e nuovo fallimento. Caratteriale, tecnico e, a tratti, tattico: per le ‘Fere’appena 6 punti collezionati sui 24 a disposizione contro le ultime dieci – Ternana nel novero, manca il match con l’Ascoli – della classe. Male, malissimo.

Score preoccupante Una vittoria, sul Pisa ridotto in dieci per oltre 85 minuti, tre pareggi (Latina, Cesena, Trapani) e quattro sconfitte al cospetto di Vicenza, Salernitana, Pro Vercelli e Avellino. Paradossalmente dunque Ternana meglio nel confronto con le ‘top’ – casi recenti Frosinone e Carpi – del campionato, un dato che ‘salva’ i rossoverdi da posizioni in graduatoria peggiori rispetto all’attuale quart’ultimo posto in compagnia della truppa di Gennaro Gattuso. C’è un grande problema tuttavia, che Benito Carbone non riesce a risolvere negli scontri diretti: blackout individuali e cali di tensione generale che fanno perdere il filo alle ‘Fere’. Un ‘virtus’ che sabato pomeriggio ha colpito Damiano Zanon, ma di certo i compagni di reparto – fatta eccezione per un sufficiente Masi – non hanno di certo brillato.

I venti minuti di verve fisica e tecnica in avvio di ripresa non sono bastati a piegare un Vicenza tutto difesa – esclusi pochi tratti di match – e ripartenza, con Giacomelli migliore in campo e abile ad approfittare della leggerenza in impostazione dell’aquilano. Poi il calo fisico (non una novità in questa parte d’incontro) e un po’ di confusione tattica: Di Noia playmaker, 4-2-3-1 (affiancato da Petriccione, spesso però più alto del barese per andare in pressing) per qualche istante e Falletti ‘perso’ nel tentativo di andarsi a prendere la sfera a oltre quaranta metri dalla porta. Di fatto la Ternana ha fatto il gioco del Vicenza con ritmi bassi e innumerevoli cross facilmente intercettati dalla retroguardia biancorossa: nel gioco aereo il team di Bisoli ha sfiorato – occasione di Palombi nel primo tempo – la perfezione, aiutata dall’imprecisione di Zanon e compagni.

Carbone poco ‘reattivo’ Il tecnico calabrese tende a operare i cambi nella seconda parte della ripresa. Non sempre, ma spesso è accaduto e nella gara con il Vicenza la gestione delle sostituzioni è apparsa tutt’altro che impeccabile: il minutaggio concesso Dugandžić e, soprattutto, gli ingressi – tardivi quantomeno, vista l’intenzione di voler vincere il match – di Battista e Surraco non hanno portato in dote alcunché alla causa rossoverde. Chiaro, senza Coppola, Palumbo e La Gumina il ricambio non abbonda dal centrocampo in avanti, ma il problema legato alle tempistiche rimane. Male Di Noia, insufficienti Palombi – sua la chance per l’1-0 in apertura – e Avenatti, per quasi tutta la contesa avulso dal gioco e ben controllato dagli avversari.
Peggior gara dell’anno per Damiano Zanon. Non solo tre pesanti errori che hanno inciso sul risultato, ma anche una certa imprecisione negli innumerevoli cross – la Ternana ha quasi sempre giostrato dal suo lato – lanciati in area di rigore: «Nel primo gol – spiega il capitano rossoverde – ho perso un pallone ‘sporco’ e poi hanno segnato, nel secondo c’è stato un calcio di rigore dopo un contatto spalla a spalla con Urso, ero preoccupato da Giacomelli e non l’ho toccato con il piede, lui è caduto subito. Sono il primo a metterci la faccia: volevamo giocare una partita tenendo la palla e di giocarla, talvolta esageriamo. Era molto difficile trovare degli spazi e abbiamo commesso degli errori in uscita: loro hanno fatto due tiri, tolti quelli con la squadra sbilanciate nel finale, e due reti, siamo stati puniti. C’è stata troppa foga – ha concluso Zanon – e non ci siamo accontentati dell’1-1».

Primo gol nella carriera professionistica a firma Jacopo Petriccione, che a Pistoia aveva realizzato due reti su calcio di rigore. Il 21enne goriziano è l’unica nota positiva di giornata insieme a Masi: gol, qualità e corsa durante gran parte del match, seppur con la macchia legata all’errore in impostazione che ha fatto scattare l’azione vicentina conclusa con il penalty decretato da Illuzzi: «Speravo di non segnare – sottolinea l’ex Pistoiese – e prendere i tre punti. Il secondo gol? Ho perso palla in un contrasto e sono stati bravi a ripartire, è andata così. Sapevamo che il loro gioco era questo, tutte le volte che sono saliti ci hanno fatto male».
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Certezza del momento L’unica sufficienza del reparto arretrato è del centrale ligure. Niente sbavature di rilievo, né perdite di concentrazione nel gestire le improvvise folate dei biancorossi. Non hanno fatto altrettanto i compagni: «Siamo stati puniti da due errori nostri in fase di costruzione e ci siamo complicati subito la partita, per poi disputare una buona gara.Una sconfitta che fa male, brucia: occorre ripartire immediatamente perché c’è bisogno di punti, in una classifica molto ‘corta’. C’è amarezza in tutti, non sono nel mister: quando non si riesce a vincere, almeno non perderla. Per come – ha terminato Masi – si era messa andava bene anche un pareggio». E sabato c’è un certo Mirco Antenucci da tenere a bada.