Una vicenda datata nel tempo ma che gli anni trascorsi – i fatti sono collocati fra il 2014 e il 2015 – non hanno contributo a rendere meno pesante, meno grave. E anche il tribunale di Terni in composizione collegiale (presidente Simona Tordelli, giudici Biancamaria Bertan e Francesca Scribano), al pari della procura della Repubblica di Terni, martedƬ ha riconosciuto la portata di quei fatti, condannando l’imputato – un ternano che oggi ha 84 anni – a nove anni di reclusione per violenza sessuale su una minorenne. Che al tempo aveva meno di dieci anni di etĆ e che ancora oggi non ĆØ maggiorenne.
Erano stati i colloqui sostenuti con una psicoterapeuta, in ragione dei problemi che la piccola aveva nel relazionarsi, a far emergere una dopo l’altra le atrocitĆ a cui l’anziano aveva sottoposto la bimba, figlia della compagna di suo figlio. Fatti finiti poi all’attenzione della madre della minore con conseguente, immediata, scontata denuncia all’autoritĆ giudiziaria. Le indagini, condotte dalla polizia di Stato di Terni, sono sfociate nella misura – il divieto di avvicinamento alla persona offesa – e nel procedimento penale nei confronti dell’84enne ternano, diventato poi un lungo processo che ha visto celebrato il giudizio di primo grado.
Nella sentenza, il tribunale ha pienamente accolto la richiesta formulata in aula dal pubblico ministero Marco Stramaglia, condannando l’anziano anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento delle spese. Contestualmente il collegio giudicante ha fissato in 40 mila euro la provvisionale che l’uomo dovrĆ versare alla minore ed alla madre, parti civili attraverso gli avvocati Federica Sabbatucci e Loris Mattrella del Foro di Terni.
Irriferibili le contestazioni mosse all’84enne, che parlano di ripetuti e pesanti abusi in un arco temporale di qualche mese, attuati quando la madre della piccola era assente e approfittando delle condizioni di salute della moglie dell’anziano, costretta ad assumere farmaci che ne limitavano la capacitĆ di intendere. Oltre che nell’abitazione, la bimba veniva condotta anche in cantina: non sapeva che quell’uomo le stava segnando la vita.
Una lettura, questa, contestata dall’avvocato Manlio Morcella, difensore dell’imputato, che parla di Ā«sentenza non condivisibile in nulla, sul piano della intuibile ricostruzione dei fatti per giustificare la condanna ed anche per la pena straordinariamente elevata che ĆØ stata comminata. Il nostro assistito – prosegue – ĆØ un signore molto anziano a cui sono state persino negate le attenuanti generiche, pur essendo incensurato e non essendo stato mai macchiato, nella sua lunga vita, da situazioni di questo genere. SarĆ certamente riportata a giustizia la situazione giĆ nel grado di appello e credo che le indagini difensive, che saranno avviate in queste ore, potrebbero evidenziare elementi più che sorprendenti. Parliamo infatti di una vicenda avvenuta oltre dieci anni fa, mai preceduta nĆ© seguita da fatti analoghi e che viene alla luce a distanza di molto tempo, quando vengono richiesti indietro i 33 mila euro prestati dall’uomo a suo figlio, che ne aveva rimborsati 8 mila. Almeno – conclude l’avvocato Morcella – secondo la versione dell’imputato che ha avuto qualche riscontroĀ».