Terni, assalto notturno al forno. La titolare: «Istituzioni, venite qui ad ascoltarci»

Tentato furto ai danni del forno Vitaloni fra via Eugenio Chiesa e Sant’Agnese. «Non se ne può più»

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«Chiedo al sindaco, al prefetto ed al questore di Terni di venire qui, in questa zona della città, di parlare con ciascun commerciante, con i residenti. Così da poter toccare con mano la situazione che siamo costretti quotidianamente a vivere. Perché non se ne può più».

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Giorgia Vitaloni, titolare dello storico forno fra via Eugenio Chiesa e via Bertolotti, ai limiti del quartiere di Sant’Agnese, è esasperata. Nella notte fra giovedì e venerdì, intorno alle 2.50, un soggetto con in testa una calza e in mano un piede di porco, ha forzato la porta di ingresso del laboratorio che dà su via Bertolotti, senza riuscire a scardinarla perché il lucchetto ha retto. Ma i danni ci sono, e sono da riparare spendendo soldi.

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Le immagini dell’accaduto verranno messe a disposizione delle forze dell’ordine contestualmente alla denuncia. «Si vede questo soggetto – racconta Giorgia Vitaloni – aggirarsi di fronte al laboratorio per poi avvicinarsi, mettersi la calza in testa e allontanarsi brevemente. Quando torna ha in mano il piede di porco con cui cerca di forzare la porta». Sembra che l’azione sia stata supportata anche da una seconda persona, un ‘palo’ a poca distanza dall’esercizio commerciale.

«La sostanza – afferma Giorgia Vitaloni – è che non c’è più pace e non si riesce a lavorare. La petizione sottoscritta dai residenti di Sant’Agnese è un segnale, l’ennesimo, di esasperazione. Per gli atti vandalici quotidiani, i furti, lo spaccio di droga che avviene anche in pieno giorno. Di sera, poi, la nostra clientela è crollata proprio per l’aggirarsi in zona di persone poco raccomandabili. E gli altri commercianti vi racconteranno le stesse cose. Noi chiediamo che qui torni la legge, tornino le istituzioni, capiscano che bisogna fare qualcosa. Altrimenti siamo in balìa degli eventi, in perenne pericolo, privati della possibilità di lavorare e sostenerci. In poche parole: chiediamo aiuto perché siamo sfiniti».



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