Terni, Caffè del Corso a rischio chiusura. «Deserto e degrado. Così non si va avanti»

Il titolare Alessandro Sani: «Stanco e demotivato. Entro l’estate decido che fare»

Condividi questo articolo su

Terni, il Caffè del Corso

Il centro di Terni rischia di perdere un altro pezzo: potrebbe essere arrivata al capolinea la storia quasi trentennale del Caffè del Corso, uno dei locali più conosciuti in città, punto di ritrovo per una colazione, un aperitivo o un pasto. L’impoverimento graduale dell’offerta commerciale della galleria del Corso e dell’intera area di corso Tacito – ultima tra le tante, la prossima chiusura della catena di abbigliamento Terranova, a pochi passi – sta mettendo infatti a dura prova il locale, non soltanto per quanto riguarda l’aspetto economico, ma soprattutto di spinta motivazionale.

Alessandro Sani

«Sto valutando seriamente se chiudere oppure trovare un’occasione e vendere», spiega senza mezzi termini il titolare del locale, Alessandro Sani. «Sono completamente demotivato dalla situazione di deserto e degrado che c’è intorno a noi. Non avere più un indotto commerciale, visto che molti negozi della galleria sono sfitti, incide non solo dal punto di vista economico. Siamo continuamente obbligati a pulire da soli la galleria (un’area privata a uso pubblico, ndR), la mattina all’apertura trovo oggetti di tutti i tipi, dalle siringhe agli assorbenti, ai profilattici. Non c’è una luce che illumina gli spazi, c’è solo la nostra illuminazione. Un peccato per una galleria commerciale in pieno centro città che, se curata e gestita come si deve, avrebbe tante potenzialità. Ora potrei spostarmi, ma per andare dove? Gli affitti sono troppo alti da sostenere, almeno con noi la proprietà delle mura del locale è stata disponibile».

Come tutte le attività economiche il Caffè del Corso, spiega ancora Sani, «ha subito una prima crisi già intorno al 2010. Poi però siamo andati avanti – continua – e abbiamo resistito. La pausa Covid di sicuro non ha aiutato, il carovita ha ridotto le possibilità di spesa e la discesa già iniziata è stata ancora più veloce dopo la pandemia. D’inverno comunque il lavoro c’è, noi soffriamo la stagionalità soprattutto d’estate, quando il centro si svuota. Terranova tra l’altro ci impediva di mettere i tavoli all’aperto davanti alle vetrine del negozio, chissà che ora non si possa fare». Magari, riflette Sani, «la collaborazione con una pasticceria potrebbe aiutare, gli spazi per creare un laboratorio ci sono. Più che risorse serve investire buona volontà e voglia di fare, perché i margini di potenzialità non mancano. Io però sono stanco». Il destino del Caffè del Corso, dopo 27 anni di attività, è dunque al bivio. «Entro la fine dell’estate – conclude Sani – prenderò una decisione».


Terni: altra chiusura in corso Tacito. Se ne va Terranova

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli