di Fra.Tor.
«Nonostante tutto la 120esima edizione del Cantamaggio ternano ha mantenuto la sua dignità». Questo il bilancio del presidente dell’Ente Omero Ferranti, a due giorni dalla tradizionale manifestazione cittadina. «La pioggia non ci ha aiutato, l’obelisco ricostruito sul carro ‘Quilli che so armasti’, a fine sfilata, si è spezzato a metà, ma è andata come doveva andare. Anzi, visti i presupposti, è andata anche oltre le aspettative».
I commenti Sui social network non sono comunque mancate, in questi giorni, le critiche verso una manifestazione definita ‘sottotono’. «Onore alla passione, ma non basta», si legge in rete. «Perché non tornare ad una visione meno plateale e più profonda e quindi anche sentita e partecipata? Perché ad esempio non pensare ad una fitta rete di iniziative nel centro storico, piccoli palchi e magari proprio quei piccoli carretti guidati da animali con sopra giovani in costume tipico contadino che imbracciano la chitarra e intonano stornelli ternani. Il futuro è nel ritorno alle origini». E ancora: «120 anni sono un bel traguardo, ma o si cambia o si cambia. Di turistico al momento non c’è nulla. Va assolutamente riposizionato tramite un nuovo format, innovativo che sappia coinvolgere una platea più ampia dei ‘maggiaioli’ attuali. Le idee e le teste sono le benvenute, ma ancor più gradite sono le braccia e gambe. Proviamo a cercare soluzioni e lasciamo perdere le colpe. Resettiamo tutto e ripartiamo». Sabato sera «è andata in scena una manifestazione che sembra sia per esalare l’ultimo respiro. Se tutti si impegnassero per far rivivere questa festa e non relegarla in 500 metri di strada facendo fuori parti della città che hanno sempre vissuto con partecipazione il 30 aprile. Chi di dovere dovrebbe dire chiaramente se ci si crede ancora ed investire di conseguenza oppure lasciar perdere tutto».
LA SFILATA DEI CARRI NELLE FOTO DI ALBERTO MIRIMAO
Le risposte «Vero. Tutto vero», esclama Ferranti. «Giustissime le critiche, ma solo se seguite da fatti concreti. Il Cantamaggio ha bisogno di dimostrazioni per fare un passo in avanti. Mi auguro che tutti quelli che in questi giorni, ma anche prima della manifestazione, ci hanno criticato, si rimbocchino le mani e vengano a darci una mano». Ferranti ricorda «che quei giudizi che io definisco ‘con la puzza sotto al naso’, sono la rovina e avviano al declino delle grandi manifestazioni. Tutti coloro che hanno delle idee, delle proposte, che hanno voglia ed entusiasmo, si mettano in contatto con noi. Abbiamo un anno intero per sederci a tavolino e buttare giù un programma. Tutti coloro che hanno un titolo per parlare, lo hanno anche per fare».
Il futuro Dalla 121esima edizione «il Cantamaggio riparte. Quest’anno, nonostante le enormi difficoltà economiche, abbiamo rigettato le basi per il futuro. Ma una volta messe nero su bianco le idee, sarà necessario mettere sul piatto le risorse economiche. Per questo motivo abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni, dal comune di Terni alla Regione dell’Umbria, degli sponsor, delle attività commerciali e della città tutta. Mi auguro che tutti quelli che ci hanno criticato, come quelli che ci hanno invece ringraziato, facciano fronte comune per darci una mano. Che passino dal commento alle dimostrazioni concrete».