Terni, carcere violento: «Adesso vi dò fuoco»

Un tunisino detenuto per ricettazione e violenze ha aggredito gli agenti della penitenziaria. Il Sappe: «La misura è colma»

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Carceri senza pace, in Umbria e in particolare a Terni dove giovedì mattina un detenuto di nazionalità tunisina, con una bomboletta di gas e un accendino, ha minacciato di dare fuoco agli agenti della polizia penitenziaria intervenuti per riportarlo alla calma.

PERUGIA, DETENUTO SUICIDA IN CARCERE

Tre feriti A denunciare l’ennesimo episodio è il sindacato Sappe: «L’uomo ha dato in escandescenze perché non voleva attendere per parlare con l’ispettore in servizio che stava ascoltando altri detenuti. Per questo ha minacciato di dare fuoco agli agenti e tre di loro sono rimasti feriti, uno dei quali si trova ancora al pronto soccorso in seguito ad una brutta botta riportata alla caviglia».

TERNI: «BASTA VIOLENZE IN CARCERE»

«Ora basta» Duro il commento del segretario regionale del Sappe, Fabrizio Bonino: «Questa è la goccia che fa traboccare un vaso riempito da continui e quotidiani eventi critici – afferma -. Il detenuto è un tunisino in carcere per i reati di ricettazione, offesa pubblico ufficiale e violenza. Il fatto è avvenuto, peraltro, il giorno dopo l’ennesima situazione di tensione nel carcere ternano. Abbiamo chiesto nuovamente un’ispezione ministeriale per verificare le molte anomalie che si registrano sistematicamente sull’organizzazione del lavoro del personale di polizia penitenziaria, con conseguente inasprimento della tensione nella casa circondariale di strada delle Campore. E’ chiaro – conclude Bonino – che il carcere di Terni è affidato a dirigenti e funzionari che non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno dell’istituto».

All’atttacco Parole a cui fanno eco quelle del segretario generale del Sappe, Donato Capace: «Abbiamo segnalato al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di Roma le disfunzioni e gli inconvenienti che si riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della casa circondariale di Terni e del personale di polizia penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità, nonostante una grave carenza di organico ed un’organizzazione del lavoro assolutamente precaria e fatiscente. Tutto questo – affera Capece – conferma con chiarezza come la gestione e l’organizzazione siano decisamente deficitarie. Occorre che le autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine con un’ispezione interna».

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