Terni, Città Giardino sempre più ‘appassita’

Doveva essere il quartiere creativo e accogliente della città dell’acciaio. Oggi quell’idea è un lontano ricordo perso fra degrado ed errori

Condividi questo articolo su

Doveva essere – e magari restare nel tempo – il quartiere creativo e accogliente di una Terni per lo più operaia, votata alla produzione siderurgica ma in grado di mantenere una qualità della vita, in alcuni suoi spazi, degna di una città moderna ed europea. L’utopia di Howard delle ‘città giardino’, applicata nella Conca, sembra sfiorita, consumata, persino cancellata da anni di gestioni e decisioni discutibili. Così i cittadini oggi, più che con spazi che invitano alla socialità ed allo ‘star bene insieme’, si trovano a dover fare i conti con problemi piccoli e grandi. Sì, del sogno di ‘Città Giardino’ – quartiere che abbraccia un’ampia zona di Terni – sembra restare davvero poco fra progetti mal realizzati – o mai decollati – e incuria.

La realtà

Fra questi, per citare uno dei più recenti, figura il progetto ‘Città Giardino quartiere creativo’ originato nel 2009 ma di cui non sembrano esserci, oggi, tracce tangibili. Eppure le azioni di ‘rilancio’ animate da buona volontà e qualche idea non sono mancate. Il punto è che i residenti, più che innovazione, ambiente e vivibilità, fanno i conti più o meno quotidianamente con prostituzione, degrado, incuria, questioni sociali recentemente sviluppatesi, lavori e interventi che definire ‘alla buona’ è un complimento, progetti ancora sulla carta.

Contraddizioni

In ordine sparso, restando sulle criticità, non sfugge a nessuno il viavai che ormai, di sera, si è radicato in zona e che parla sì di prostituzione fra Lungonera Savoia e viale Brenta, ma anche di spaccio, botte fra balordi, talvolta rapine e aggressioni. Fatti purtroppo coerenti con un contesto dove gli alberi, mai curati, hanno superato in altezza alcune case, dove le aree verdi fanno i conti con rifiuti in libertà, arredi rotti o divelti, dove le strade sono segnate da lavori seguiti da ‘rattoppi’ discutibili. Poi ci sono gli aspetti sociali, come il centro di accoglienza in un ex albergo, che nel calderone della ‘sicurezza percepita’ non hanno certo contribuito a rasserenare lo spirito di chi a Città Giardino ci vive.

‘Giardino’ solo sulla carta

Le immagini a corredo, danno l’idea di cosa non vada, dai micro problemi – la cui somma fa però l’insieme – alle ‘grandi’ questioni. Sul fronte Lungonera, è parsa apprezzabile l’idea di sostituire i pini spesso in bilico con altre piantumazioni. Ma, anche lì, fra stato dei giardini – sul quale diversi cittadini hanno precise responsabilità – e illuminazione meno ‘performante’ di ciò che si poteva pensare, qualche tassello non sembra finito al posto giusto. Poi c’è la pista ciclo pedonale che attende però l’attuazione di un progetto complessivo più ampio, in grado di connettere viale Brenta alle zone ‘a monte’ di Città Giardino. Dulcis in fundo, traffico, soste selvagge, marciapiedi ormai vecchi e da rifare. Del ‘giardino’, sì, resta poco. C’è la ‘città’ invece, che qui è declinata in una forma sempre meno apprezzata.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli