di Francesca Torricelli
«Abbiamo sempre meno empatia e facciamo molta fatica a parlare delle nostre emozioni, dei nostri sentimenti o delle nostre problematiche. Cosa si aspetta la società da noi e cosa, invece, vogliamo veramente essere e diventare? Le istituzioni, il Governo, ci ascoltano veramente?». Questo e molto altro è emerso da una chiacchierata con i membri della consulta provinciale degli studenti di Terni che, una volta al mese, si riunisce nella sala consiliare della Provincia di Terni.
«La consulta provinciale degli Studenti – spiega Francesco Buzzao, presidente della consulta provinciale e regionale, studente al liceo Galilei di Terni – è un organo istituzionale di rappresentanza studentesca che ha come obiettivo quello di permettere un ampio confronto tra gli studenti per esprimere pareri e portare avanti idee e progetti che riguardano tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della provincia. La consulta ha la possibilità di stipulare accordi con le autorità scolastiche, con enti e associazioni, promuovendo iniziative di carattere locale, nazionale e internazionale. Qualunque studente della scuola secondaria di secondo grado può candidarsi alla consulta, creando con altri studenti una lista elettorale in occasione delle elezioni. I rappresentanti di consulta sono due per ogni istituto e restano in carica due anni. I membri della consulta eleggono poi un presidente, che ha carica biennale, e una giunta con il compito di aiutare il presidente».
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L’intervista Francesco Buzzao ed Elisa Lolasco
Elisa Lolasco, vicepresidente della consulta provinciale, studentessa all’istituto Angeloni, racconta che «tra i nostri obiettivi c’è quello di organizzare eventi nelle scuole volti a sensibilizzare gli studenti sulle attività svolte dall’organo di cui facciamo parte. Sfortunatamente questo organo è poco conosciuto tra i nostri coetanei, infatti ci siamo spesso ritrovati a parlare con ragazzi che non sapevano cosa fosse e cosa rappresentasse, quando in verità noi ci battiamo tutti i giorni per dar voce agli studenti». Elisa spiega che «sono molte, infatti, le tematiche su cui discutere. Oltre a quelle pratiche e burocratiche, ce ne sono molte sociali e psicologiche che non sempre è facile far emergere». Gli ultimi anni, caratterizzati dalla pandemia, non sono stati di certo facili per nessuno. Gli studenti, forse, sono quelli che hanno accusato più il colpo: «Ci ritroviamo ancora a faticare nella socializzazione e nelle relazioni con i nostri coetanei, non solo con gli adulti. C’è molta meno empatia e facciamo sempre più fatica a parlare delle nostre emozioni, dei nostri sentimenti o delle nostre problematiche. Proprio su questo tema stiamo collaborando con il Tic festival, che si svolgerà in città ad aprile, per allestire uno stand nel quale poter affrontare proprio tematiche psicologiche e discutere su cosa la società oggi si aspetta da noi e su cosa, invece, noi vogliamo veramente essere e diventare».
Nonostante la poca conoscenza delle funzioni della consulta, al presidente arrivano comunque molte domande e proposte dagli studenti. «Tra le cose che mi sono state fatte notare c’è la mancanza a Terni di un collettivo studentesco, che sia attivo e propositivo in città, e la richiesta di organizzare giornate rivolte al tema dell’ambiente, per discutere del cambiamento climatico e del nostro approccio al problema». Di contro, Francesco, trova però «poco ascolto da parte degli organi dello Stato, come ad esempio il ministro alla cultura che ha preferito investire in altro i fondi che dal Senato erano stati destinati all’educazione all’affettività. All’incontro nazionale delle consulte, dove si riuniscono i presidenti delle consulte regionali, penso che questo potrà essere un importante tema di discussione, perché credo sia difficile creare un rapporto di fiducia con qualcuno che rappresenta il Governo, se in cambio non troviamo ascolto concreto».