di S.F.
«È fondamentale per l’ente monitorare il grado di formazione dei residui da un lato e nel contempo ridurre i tempi di esazione delle entrate attraverso l’utilizzo di procedure mirate nei confronti degli evasori ed elusori, semplificando ed automatizzando i processi di gestione e di riscossione, facilitando l’accesso ai servizi da parte dell’utenza relativamente al corretto adempimento delle obbligazioni giuridiche». Il passaggio riguarda l’analisi del rendiconto della gestione per l’esercizio finanziario 2023 del Comune di Terni e il mirino torna su una delle problematiche già emerse da tempo: c’è qualcosa che, a quanto pare, non è andato come doveva.

Residui e riscossione, il leitmotiv non cambia. L’argomento è ampiamente trattato nel controllo di gestione 2023 approvato la scorsa settimana in giunta e si parte da un dato: rispetto al 2022 i residui attivi sono aumentati dell’11,50%, mentre i passivi del 21,43%. Nel documento ci sono una serie di criticità e raccomandazioni elencate, esempio? Rispetto alla gestione ante 2023, si rileva che a fronte di crediti per euro 73.500.423 euro, risultano debiti per euro 26.447.836 euro. Tale circostanza non è necessariamente indice di una situazione finanziaria complessiva positiva, considerato che rappresenta, da un lato, la difficoltà dell’ente di riscuotere i propri crediti e, dall’altro, richiede di verificare il grado di attendibilità delle iscrizioni contabili». Dal 2022 al 2023 c’è stato inoltre l’aumento del fondo crediti di dubbia esigibilità: si sfiorano i 41 milioni di euro. «In termini di cassa pluriennale, un Comune che abbia un equilibrio basato su residui attivi esigibili in termini giuridici, ma difficilmente incassabili, è in disavanzo. L’applicazione del Fcde impedisce di finanziare la spesa in maniera commisurata a tale difficoltà», viene puntualizzato in merito. Questioni tecniche.

In merito c’è stata una recente nota della direzione attività finanziarie/governo societario (18 luglio 2024) che, per ciò che riguarda criticità e raccomandazioni, ha specificato che «dovrebbero essere monitorate dalle direzioni competenti ratione materiae, come previsto dalla norma». E l’affanno sulle riscossioni? Da palazzo Pierfelici è stato puntualizzato che proprio per questa difficoltà, «è stata valutata negativamente la possibilità di svincolare parte del fondo crediti di dubbia esigibilità». Infine la risposta sul grado di attendibilità delle iscrizioni contabili: in merito alla raccomandazione di monitorare, da un lato, il grado di formazione dei residui e, nel contempo, ridurre i tempi di esazione delle entrate «è di primaria importanza sollecitare il processo di responsabilizzazione auspicato in capo ad ogni direzione nella gestione contabile delle entrate e spese di propria competenza; la capacità dell’ente di mantenere costante il volume
dei residui attivi è influenzata, negativamente, dalla procedura di dissesto che ha interessato l’Ente». Interessante scambio interno.
Si arriva poi alla valutazione del vertice amministrativo del Comune: «Indice di stabilità finanziaria è la capacità dell’ente di mantenere costante il volume dei residui attivi. Se l’ammontare non subisce significative variazioni nel tempo, anche la quota del risultato di amministrazione accantonata al fondo crediti di dubbia esigibilità tende ad essere stabile e, di conseguenza, gran parte dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità effettuato annualmente nel bilancio di previsione per evitare di spendere entrate non esigibili nell’esercizio, non è destinato a confluire nella quota del risultato di amministrazione accantonata per il fondo crediti di dubbia esigibilità. Se i residui attivi sono stabili nel tempo, nella quota del risultato di amministrazione accantonata per l’fcde confluisce solo la parte del fondo accantonato nel bilancio di previsione di importo pari agli utilizzi del fondo crediti a seguito della cancellazione o dello stralcio dei crediti dal bilancio». Si arriva al dunque: «Per l’esercizio 2023 questa condizione non si è conseguita, posto che sia il volume dei residui attivi che del fondo crediti di dubbia esigibilità è aumentato». Se ne parlerà ancora.