di S.F.
Il tema è interessante e non a caso è stato oggetto di ampio confronto venerdì mattina a palazzo Spada. Il consiglio comunale ha approvato con 19 voti favorevoli il controllo strategico concomitante 2024 che, come già riportato, ha messo in evidenza «discrasie» e diverse percezioni sui programmi tra la parte politica e quella tecnica. Ovvero i dirigenti. E il sindaco Stefano Bandecchi ne ha approfittato – non la prima volta – per rilanciare ‘fuoco’ nei confronti degli apicali di palazzo Spada.
IL CONTROLLO STRATEGICO CONCOMITANTE 2024: SOS PERSONALE. E NON SOLO
IL CONTROLLO STRATEGICO CONCOMITANTE 2024 – LEGGI (.PDF)

Il primo cittadino, una volta informato dal responsabile del procedimento Sebastiano Pasero sull’argomento in trattazione, ha parlato per dieci minuti sul tema. A suo modo: «La politica deve assumersi la sua responsabilità, poi assessori e dirigenti devono fare il loro lavoro». Bandecchi ha ritirato in ballo la legge Bassanini come momento negativo in tal senso: «Le idee diverse non si possono attuare se i dirigenti non firmano, la politica deve essere sopra a tutto perché i dirigenti non sono padroni e garanti della politica. Non intendo sottostare a loro e non mi devono consigliare nulla. Mi danno suggerimenti quando glielo chiedo, poi devono applicare la mia azione politica», ha attaccato. Bene, quindi? «È stata misurata la sintonia con loro ed è emerso il problema per il primo anno. Non c’è sintonia e troppo spesso non ci siamo capiti. Anche con i rup». Immancabile la citazione delle criticità per il camposcuola Casagrande ed il sottopasso di Cospea che, ormai in maniera evidente, sono temi che sollecitano e non poco l’imprenditore livornese.
LA CORTE DEI CONTI BACCHETTA IL COMUNE SUI CONTROLLI INTERNI
IL NUOVO METODO DI GRADUAZIONE PER I DIRIGENTI: BANDECCHI ‘VOTA’

Per Bandecchi dunque dal controllo strategico sono «emerse lacune, il dirigente deve dirti ciò che si può fare o no. Stop. Purtroppo devo essere pesante per riuscire a condurre le cose da portare avanti». Poi alza la voce su uno specifico passaggio: «Molte cose fatte dai nostri dirigenti sono in completo disaccordo nei modi e nei tempi», in riferimento al suo pensiero. «La valutazione non è sufficiente nella maggior parte dei casi e il direttore generale non darà grandi punteggi. Dal 2024 li darò io». Focus anche sul personale: «Si lamentano che è poco? Sono 600, bisogna vedere quante assenze si fanno. Spendiamo 30 milioni l’anno. Alcuni dirigenti rispondono perfettamente al rapporto con gli assessori, molti no. Non esiste che comandino più del sindaco». Il dibattito si è poi sviluppato con diversi interventi.
AFFANNO PER IL PERSONALE, SI MUOVE QUALCOSA SUL FRONTE PNRR E AMMINISTRATIVI

Il primo a prendere la parola è stato Orlando Masselli (FdI): «Può sembrare strano, ma sono d’accordo. La legge Bassanini non è apprezzabile. Evidente che ci siano discrasie, ad esempio sul timing del 100% per il teatro Verdi. Non è così». Anche Roberto Pastura (FdI) si è mosso: «Il report ha contraddizioni palesi ed evidenti, ci sono scostamenti (citati gli assessori Bordoni, Altamura e Renzi, ndr) oggettivi tra parte politica e amministrativa. Francesco Filipponi (PD) ha spinto sul fronte risorse umane: «Occorre rivedere il piano triennale assunzionale». Poi man mano si sono attivati Claudio Batini (AP), Raffaello Federighi (AP), Josè Kenny (Innovare per Terni), Marco Cecconi (FdI) e Valdimiro Orsini (Terni Masselli Sindaco): «Gli annunci non corrispondono all’attuazione dei programmi, vale per tutti», il messaggio lanciato dall’ex assessore al welfare della giunta Latini. Bandecchi in replica ha ringraziato Orsini «perché ha capito che stiamo lavorando in una direzione precisa. Scrivere 100, 100, 100 sugli obiettivi raggiunti lo fanno in Cina, Cuba e Russia, dove ci sono dittature. Bisogna fare un salto di qualità, è un documento tecnico». Approvazione e partita chiusa. Quantomeno fino al prossimo attacco.
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