Terni, donna aiutata in via della Bardesca: le difficoltà sono anche a Campomicciolo

L’allarme di una famiglia. Il caso è noto e riguarda una donna già attenzionata da tempo. Altamura: «Situazione densa di complessità»

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La situazione è nota da tempo ed è più che attenzionata. Fatto sta che al momento una soluzione non si trova, nonostante gli sforzi della passata e dell’attuale amministrazione: l’sos arriva da una zona periferica di Terni, via della Sponga (Campomicciolo), e riguarda una donna in difficoltà – spesso staziona in via della Bardesca – seguita dalla cooperativa sociale La Speranza. Lunedì pomeriggio sul posto è dovuta intervenire la polizia Locale di Terni.

L’allarme

A contattare umbriaOn è un residente della zona: «Abbiamo più volte denunciato il tutto: il problema è che questa donna viene portata in un centro e poi torna di nuovo qua con passeggini, carrelli, cibo e via dicendo. Tutto ciò produce anche un evidente degrado ambientale, accompagnato peraltro dalla presenza di animali come pantegane. Questa persona, che è in chiara difficoltà personale e psicologica, accende anche fuochi e ciò, considerando il verde intorno, rappresenta un pericolo». Lunedì pomeriggio in loco si sono portati due agenti della polizia Locale in attesa dell’arrivo della responsabile della cooperativa sociale. Questione molto delicata.

La dignità

Proprio la scorsa settimana del caso ne aveva parlato l’assessore al welfare Viviana Altamura: «Giuste cure e accoglienza per la ragazza di via della Bardesca che nei giorni scorsi ha avuto bisogno dell’aiuto del servizio psichiatro. Ringrazio il direttore generale Usl Umbria 2 dottor De Fino, il responsabile del distretto Usl Umbria 2 di Terni dottor Federici e tutto lo staff del reparto psichiatrico che ci hanno aiutato. In particolare ringrazio per il prezioso operato e la fattiva collaborazione la direzione welfare e la cooperativa sociale La Speranza che dal 26 luglio la prenderà in carico. La presidente della cooperativa, dottoressa Tania Martellotti, il vicepresidente e psicologo Piergiorgio Marchesi, il direttore sanitario della struttura e psichiatra, il dottor Daniele Cimarello ed infine il consigliere del consiglio d’amministrazione dottor Marcello Pressi per essersi resi subito disponibili alla richiesta di aiuto e ad accoglierla nella loro struttura. Non è una cosa scontata, ma un gesto di grande solidarietà umana e sociale, verso un caso molto complesso come quello della donna con un passato già noto ai servizi. Non bisogna restare indifferenti ed impauriti davanti alle situazioni più difficili, anzi bisogna unirsi e mettere in campo tutte le proprie competenze perché solo questo può fare la differenza, proprio come avvenuto in questo caso». In azione la Martellotti: «Un intervento che riteniamo doveroso anche in favore del territorio che da tempo segnala una situazione di degrado che non rende merito alla cittadinanza ternana e a chi opera nel settore». La speranza è che ci possa essere uno sviluppo positivo per tutti.

Altamura: «Situazione densa di complessità»

Sul tema interviene l’assessore al welfare Viviana Altamura: «La situazione della ragazza – l’aggiornamento di venerdì – risulta essere densa di complessità.   L’aspetto culturale inoltre influenza notevolmente le difficoltà già presenti nell’integrazione sociale, nonostante i vari tentativi effettuati sia in passato che attualmente. Ho effettuato un incontro con l’equipe del Csm di Terni e la presidente della Cooperativa La Speranza, struttura nella quale la ragazza è ospitata: l’obiettivo di questa ulteriore riunione è la costituzione di una rete di intervento fattivo per risolvere congiuntamente la difficile situazione. Purtroppo la ragazza non aderisce significativamente al percorso, attuando delle vere e proprie fughe dalla comunità, per poi rientrarvi spesso con l’ausilio delle forze dell’ordine, che si sono rese disponibili a collaborare in tal senso. La stessa inoltre esprime la volontà di rientrare nel suo paese di origine: la Nigeria. Pertanto stiamo attivando  gli enti preposti e le varie associazioni  per poterla soddisfare in tale volontà. Il coinvolgimento della rete delle varie istituzioni pubbliche, del terzo settore e dell’associazionismo risulta essere l’unica strada percorribile per la soluzione di casi complessi ed articolati come quello della ragazza. Ringraziamo tutte le istituzioni coinvolte e la cittadinanza per la collaborazione».

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