A conti fatti, sarebbe potuta andare molto peggio. Non per i gravi danni riportati dal veicolo rubato, e di conseguenza dalle vittime del furto, ma per le conseguenze fisiche che un’azione come la folle fuga da via del Sersimone a strada della Camminata – borgo Bovio – ha rischiato di causare sia nei giovani a bordo del suv – un Mercedes GLC – rubato a una famiglia di imprenditori, che nei poliziotti che si sono attivati appena saputo del ‘colpo’ e che sono riusciti ad intercettare il veicolo e a fermare uno dei protagonisti dell’azione, studente 18enne residente a Terni, che si era messo alla guida del mezzo.
Terni: far-west all’alba dopo il furto di un suv. Arrestato uno dei ladri
Quest’ultimo è stato arrestato in flagrante dagli agenti della squadra Volante di Terni per resistenza a pubblico ufficiale e furto aggravato. E il tribunale di Terni – giudice Simona Tordelli – lunedì ha convalidato quanto eseguito, disponendo per il ragazzo – che non ha la patente ma che ha sfrecciato a 140 orari lungo l’asse Ponte Le Cave-Terni Est fin quando ha potuto, anche ribaltandosi ma riprendendo poi la marcia – l’obbligo di dimora a Terni e di permanenza domiciliare dalle 20 alle 7.30 del mattino. Non le 8 – come di prassi – visto che va a scuola e frequenta un istituto superiore ternano. L’udienza di merito si terrà invece il prossimo 27 novembre.
Di fatto, quello che in prima battuta, per modalità ma pure vicinanza alla superstrada, poteva sembrare il ‘colpo’ della solita banda di pendolari del crimine interessati ad auto di grossa cilindrata da far ‘sparire’, magari a Roma, si configura invece come una pericolosa ‘bravata’. All’alba di domenica, erano appena usciti da una discoteca della zona e il 18enne, sembra insieme a qualche suo amico, ha pensato bene di scavalcare il recinto di un’abitazione di via del Sersimone, per mettere le mani su quel suv fiammante. Addirittura con le chiavi inserite nel cruscotto e il telecomando del cancello all’interno. Troppo forte il desiderio di rubarlo per fare un giro da ‘fighi’ per la città e poi chissà, abbandonarlo – come è emerso in udienza, almeno a parole e a posteriori – in zona stazione.
Invece il proprietario si è accorto di tutto, ha lanciato l’allarme e la polizia si è precipitata sul posto. Intercettando e inseguendo il veicolo, che nel frattempo aveva ‘caricato’ lungo il tragitto anche una ragazza di 21 anni già conosciuta dal gruppetto, con la corsa che è terminata in strada della Camminata. Una via senza uscita dove uno degli agenti, per evitare di essere investito insieme ai colleghi, ha sparato un colpo in aria. Lì, tutti si sono dileguati – la ragazza è stata intercettata successivamente – tranne il 18enne. Che in tribunale ha poi ammesso tutto, spiegato che voleva fare un giro senza altre pretese. E che forse si è reso conto del ‘disastro’ combinato, e pure del rischio corso, chissà, anche se si è definito «un pilota provetto». A difenderlo c’è l’avvocato Federico Federici che in udienza ha sostituito la collega Gabriella Caponi: «Il mio assistito – spiega – si è mostrato da subito collaborativo, disponibile a chiarire tutto. Praicamente si è fatto arrestare, l’unico a restare lì a disposizione della polizia. È consapevole di quanto compiuto e non intendeva prendere il veicolo per rubarlo».
Le indagini della polizia di Stato, chiaramente proseguono per identificare tutti e accertare la dinamica in ogni dettaglio. Di quella che, se vogliamo definirla ‘bravata’, per pura casualità non è diventata anche tragedia.