Terni, il Governo al Tar contro il Comune

Il M5S denuncia: «Il Ministero dell’economia contesta il ritardo nell’approvazione delle tariffe e aliquote per Imu, Tari e Tasi»

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Il Comune di Terni ha un avversario mica da ridere, con il quale dovrà confrontarsi davanti al Tar dell’Umbria: nientepopodimenoché il Governo. Il ministro dell’economia Padoan, insomma, se l’è presa con l’assessore Piacenti D’Ubaldi. Per la decisione sulle aliquote e sulle tariffe di Imu, Tasi e Tari.

La denuncia A renderlo noto è Federico Pasculli, presidente della commissione controllo e garanzia del Comine di Terni e consigliere del Movimento 5 Stelle, che accusa: «Le violazione contestate sono ben tre e nello specifico viene chiarito che se per il bilancio di previsione sono possibili deroghe oltre la data stabilita dalle norme statali, le tariffe e le aliquote relative ai tributi devono essere deliberate entro il termine massimo di approvazione del bilancio di previsione senza possibilità di deroghe, la cosa sconvolgente è che nessuno dentro palazzo Spada sapesse o abbia agito per sventare un simile pastrocchio».

IL RICORSO AL TAR DA PARTE DEL GOVERNO

La delibera Più che di sostanza, pare di capire, si tratterebbe di una questione di forma. Il 3 agosto scorso, infatti, la giunta comunale aveva deliberato sulle aliquote e sulle tariffe; solo che al Ministero non è sfuggito che il termine ultimo che si sarebbe dovuto rispettare per prendere quella decisione era quello del 30 di luglio e quindi, «essendo stati gli atti approvati dopo il 30 luglio, si pongono in contrasto con le disposizioni normative». Secondo il Ministero dell’economia, quindi, quella delibera e ciò che prevede deve essere annullato «con ogni consequenziale provvedimento».

I conti Ma per Pasculli, invece, proprio di sostanza, cioè di soldi, si tratterebbe: «Da una prima, sommaria analisi del bilancio di previsione 2015, sembrerebbero mancare all’appello circa 3 milioni di Imu, mentre sembrerebbe essere stato riscosso 1 milione di Tari in eccedenza. Il Ministero contesta inoltre che l’aliquota Tari stabilita dalla delibera, non avrebbe tenuto conto del dovere da parte del Comune di coprire i costi della gestione dei rifiuti derivanti dai mancati incassi delle bollette degli anni passati. Si rischia così una vera e propria stangata Tari – conclude – per il 2016 verso i contribuenti ternani».

 

 

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