Sempre frizzante l’aria in via Mazzini. Dopo la sortita del tesoriere della federazione provinciale del Pd di Terni, Simone Secondi, arriva la replica del ‘collega’ dell’unione comunale Jonathan Monti. Il primo aveva evidenziato il ‘rischio bancarotta’ del partito a livello provinciale. Il secondo assicura: «Nessuna chiusura: se il ‘provinciale’ non ce la fa, gestiremo la sede come Pd comunale di Terni». All’ombra, le solite tensioni politiche che animano il partito da tempo e che, con l’approssimarsi delle elezioni amministrative, non sembrano sopirsi. Anzi.

«Cose già note» «Innanzitutto – osserva Monti – sorprende il clamore della notizia. La fotografia della situazione economica non è una novità e rispecchia fedelmente quanto già reso noto, in totale trasparenza in questi anni, dalle precedenti segreterie provinciale e comunale. Con la pubblicazione on-line dei bilanci e dei sottoscrittori – il Pd è l’unico partito o movimento a Terni che lo ha fatto – come tra l’altro evidenziato nella conferenza stampa di fine mandato a settembre 2017 svolta dal sottoscritto e da Carlo Trappolino come segretari uscenti».
«Debito ‘tagliato’» «Il lavoro svolto dal mio predecessore Umberto Piccioni e dal predecessore di Secondi, Gianni Fusi, ha consentito di azzerare i debiti dell’unione comunale a dicembre 2016 e di portare quelli provinciali a meno di 40 mila euro. Il Pd provinciale ha contattato gli ultimi fornitori nel 2017, formalmente con lettere ed e-mail, per dichiarare la volontà di onorare, come doveroso, anche le ultime annosissime incombenze. Nel bilancio ‘consolidato’ provinciale più comunale, siamo passati quindi da oltre 230 mila euro di debiti a meno di 40 mila, dopo tre anni di duro ma soddisfacente lavoro».

«Il Pd non rischia nulla» Quanto alla sede di via Mazzini – spiega il tesoriere dell’unione comunale del Pd ternano – «la Fondazione dei DS, proprietaria dell’immobile, partecipando la decisione in concordia piena con tutti i livelli del Pd, ha deciso da tempo di porre in vendita meno della metà dell’attuale sede per estinguere il vecchio mutuo, con la parte restante che resterà in comodato d’uso al Pd. In attesa che ciò avvenga, le difficoltà che ci sono, enormemente più ridotte di quelle di tre anni fa, non sono tali da compromettere l’operatività organizzativa e politica di via Mazzini».
La solidità del Pd Poi però arriva la ‘mano tesa’ di Monti: «Se però il Pd provinciale ritiene di non farcela, siamo disponibili a gestire la sede come unione comunale di Terni, ricontrattando i termini di gestione di introiti e spese con il provinciale stesso e lasciandola ovviamente a disposizione di tutte le altre realtà locali del Pd della provincia. Ritengo però che non sia necessario arrivare a tanto, poiché il Pd, a Terni e in provincia, poggia su gambe assai solide: la prima è il lavoro già svolto dalle segreterie in questi anni; la seconda si chiama militanza: con l’impegno e la passione di tante e tante persone della città capoluogo e di tutti i territori».