Terni, pontificale di San Valentino: «Solo l’amore mette in atto buone relazioni»

Domenica mattina l’appuntamento in duomo – La fotogallery di Alberto Mirimao

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«Solo l’amore mette in atto delle buone relazioni tra le persone, quelle che mirano alla comunione e non alla divisione o disgregazione, alla edificazione e non alla distruzione, che cercano di costruire ponti e non di innalzare muri». È un passaggio del vescovo di Terni, Francesco Antonio Soddu, in occasione del solenne pontificale di San Valentino di domenica mattina in duomo. La lampada votiva è stata accesa dal vicesindaco Riccardo Corridore, quindi la pronuncia dell’atto di affidamento della città al Santo Patrono. Di seguito le immagini e l’omelia integrale del vescovo. La parte musicale della celebrazione è stata curata dal coro Diocesano diretto da don Sergio Rossini e da un gruppo strumentale del liceo musicale ‘F.Angeloni’ di Terni. La mattinata è terminata con la processione per il ‘rientro’ dell’urna in basilica.

L’omelia del vescovo

 Carissimi fratelli e sorelle,

mentre celebriamo con la Chiesa universale la VI domenica del tempo Ordinario ed anche la 32 giornata mondiale del malato, la nostra chiesa diocesana unisce a queste circostanze i festeggiamenti in onore del proprio Patrono, san Valentino.

In questa felice convergenza di eventi, la Parola di Dio è tutta concentrata sulla malattia e in particolare sulla lebbra.

Nella storia del popolo di Israele, lo abbiamo sentito nella prima lettura, chi contraeva tale malattia, per legge doveva essere bandito dalla comunità, tenuto lontano, molto distante e vivere in solitudine una vera e propria situazione di emarginazione, di scarto. L’unica possibilità di vicinanza con le persone che poteva essergli consentita era quella con i propri simili, ossia con gli altri lebbrosi.

In questa domenica abbiamo davanti a noi la figura di san Valentino, il quale ha saputo cogliere nella propria esperienza di vita la parola di Dio fatta carne e nella propria carne, nella sua persona, l’ha resa evidente in ogni tratto: dall’essere vescovo, pastore premuroso del gregge di questa chiesa di Terni, alla delicata vicinanza verso i malati nel corpo e nello spirito, compiendo e rendendo vivi e veri quei gesti che Gesù aveva consegnato agli apostoli con le parole: “Guarite i malati, mondate i lebbrosi…”.

In questa occasione celebrando pure la 32 giornata mondiale del malato, Papa Francesco ha consegnato al mondo un messaggio dal titolo, tratto dalle parole del libro della Genesi: “Non è bene che l’uomo sia solo”, esortando tutti a curare il malato avendo cura delle relazioni. mette in risalto un aspetto che in filigrana ci riguarda tutti, infermi o sani che siamo, ed è dato dalla malattia che affligge la società attuale e dunque anche la nostra città e il nostro territorio, ossia la povertà delle relazioni. Anche le relazioni non sane, malate, che minano la nostra salute a qualsiasi livello di rapporto, dall’interpersonale al familiare al sociale.

Il nostro san Valentino, così attento a ogni tipo di buona relazione è per noi esempio affinché sentiamo vibrante e vero quanto solo l’amore mette in atto a favore delle buone relazioni tra le persone, ossia quelle che mirano alla comunione e non alla divisione o disgregazione; quelle che mirano alla edificazione e non alla distruzione; quelle che cercano di costruire ponti e non di innalzare muri.

Quest’anno, collegato e ispirato al cammino sinodale e al programma pastorale diocesano, per le manifestazioni valentiniane abbiamo scelto lo slogan “Camminiamo insieme” dando così ulteriore risalto a quanto ancora papa Francesco scrive nel messaggio per questa giornata: “In questo cambiamento d’epoca che viviamo, specialmente noi cristiani siamo chiamati ad adottare lo sguardo compassionevole di Gesù…. E così cooperiamo a contrastare la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza, dello scarto e a far crescere la cultura della tenerezza e della compassione”.

San Valentino illumini col suo esempio la nostra città, il nostro territorio, la nostra Diocesi, a partire dalla famiglia, spesso anche disastrata, malata o corrosa dalla lebbra delle molteplici criticità, ad avvicinarsi a colui che solo può col suo tocco compassionevole e pieno di amore guarire ogni tipo di male e di malattia. Se questo non avviene sarà segno evidente che la guarigione non si desidera affatto.

Carissimo san Valentino, nostro Patrono, concedi alle nostre menti, ai nostri cuori la luce necessaria e alle nostre volontà la forza per avvicinarci a Gesù medico delle anime e dei corpi.

Qualora ti dovessi accorgere che questo è ancora troppo lontano dai nostri desideri, conduci e guida gli eventi; tessi tu le trame delle diverse vicende, affinché i nostri sentieri possano imbattersi e convergere verso l’unica strada della vita, nel Signore Gesù, via verità e vita.

Amato san Valentino, guida e illumina con il tuo sguardo di pastore mite e forte coloro che sono preposti alla guida della società, affinché antepongano sempre il bene comune a ogni visione di parte. Mostrati esempio di vita

. a tutti coloro che con fatica sognano la costruzione di una famiglia,

. a tutti coloro che ricercano la felicità attraverso la giusta realizzazione personale,

. agli adolescenti e giovani perché sappiano usare sapientemente il tempo e le buone occasioni della vita.

. a quanti soffrono nel corpo e nello spirito e faticano nel condurre una vita dignitosa, affinché attraverso la cura delle nostre relazioni possano sentire il calore della mano del Signore che salva.

Amato patrono san Valentino, facendomi interprete dei sentimenti del gregge a me affidato, così come lo fu per te, affido all’intercessione di Maria santissima questi desideri, perché dalle sue mani possano ritornare a noi colmi della benedizione della Santissima Trinità”.

LE IMMAGINI

 

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