Terni, illecito permanente Comune: debito fuori bilancio da 234 mila euro

L’incredibile vicenda di via del Maglio: nessun decreto d’esproprio e dal 1999 si è sviluppato il problema. Ora l’acquisizione sanante da oltre 200 mila euro

Condividi questo articolo su

di S.F.

Centinaia di migliaia di euro in ballo per – citiamo testualmente ciò che è riportato nel documento ufficiale da discutere lunedì in consiglio comunale – un «illecito permanente dell’occupazione sine titulo» da parte del Comune di Terni a partire dal 1999. Lo scontro riguarda due particelle in via del Maglio per una superficie complessiva di 1.166 metri quadrati e del tema ce ne eravamo già occupati nell’estate del 2022: a distanza di due anni c’è una rilevante novità su questo fronte perché palazzo Spada è pronto a chiudere la contesa con un provvedimento di acquisizione sanante a favore della Agrind Export srl di Roma da 215.253 euro e il riconoscimento di un debito fuori bilancio complessivo da 234.581 euro. Storia curiosa. Firmano l’assessore Michela Bordoni, il dirigente al patrimonio Piero Giorgini e la funzionaria Marisa Bruschini.

GIUGNO 2022, LA BATTAGLIA TRA IL COMUNE E AGRIND PER VIA DEL MAGLIO

L’area interessata

Perché si è giunti a questo? La questione è molto complessa ed è sintetizzabile così: nel marzo 1998 il Comune approvò il progetto esecutivo per la riqualificazione delle aree industriali di via del Maglio stabilendo, al contempo, l’acquisizione delle due particelle da 1.166 mq dalla Agrind Export in quanto utili per la realizzazione del parcheggio pubblico a raso. A dicembre del 1998 il decreto di occupazione d’urgenza – esecutivo dall’8 febbraio 1999 – con successiva immissione in possesso. Ed ecco l’inghippo che, a distanza di venticinque anni, costerà un bel po’ caro a palazzo Spada: i lavori sono stati ultimati nel maggio 2001 «senza che il procedimento espropriativo venisse concluso nei termini previsti dalla legge». Sì, perché «non veniva emanato il decreto di esproprio entro il 18 marzo 2003, data di scadenza dell’efficacia della dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, né tantomeno il vincolo preordinato all’esproprio veniva reiterato». Pasticcio fatto.

18 MARZO 2019, L’OSL ‘TAGLIA’ LA AGRIND EXPORT

L’area interessata

Nel 2010 la Agrind si è mossa in tribunale per contestare l’illegittimità del procedimento ablativo del Comune, nonché «l’ablazione sine titulo della strada di proprietà in Via del Maglio (classificata come strada comunale), nonchè il valore per l’indennizzo stimato nel piano particellare d’esproprio, richiedendone la determinazione previa nomina di un Ctu, con conseguenziale risarcimento dei danni subiti». Nell’aprile 2013 arrivò la condanna al pagamento di ben 792 mila euro per l’indennità di esproprio per il parcheggio e l’occupazione, poi il passaggio in Corte di appello a Perugia nel 2015 che ha parzialmente riformulato l’esito. La Agrind non ha mollato e ha proseguito in Cassazione, mentre nel contempo l’amministrazione – all’epoca c’era Leopoldo Di Girolamo – nel 2016 ha proposto un accordo transattivo per chiudere la vicenda bonariamente. Cifra offerta per i terreni espropriati? 225 mila euro. Nel marzo 2018 il rifiuto della controparte. Non solo. Il legale rappresentante della società, Alessandro Marcelli, nel maggio del 2018 ha chiesto l’ammissione alla massa passiva del dissesto per ben 2,4 milioni di euro per il risarcimento danni e l’indennità d’occupazione illecita dei propri terreni. L’Osl lo ha escluso in quanto «non corrispondente a credito certo liquido ed esigibile».

L’assessore Bordoni

Si arriva a tempi più recenti e il Comune prende atto che è ora di «porre fine all’illecito in itinere attivando il procedimento per l’acquisizione sanante dei terreni già oggetto dell’originaria procedura espropriativa e di occupazione d’urgenza» visto che «nel caso di specie al decreto di occupazione d’urgenza non ha mai fatto seguito il decreto di esproprio». Oltretutto, in caso di retrocessione al privato, «i costi che dovrebbe sostenere l’amministrazione comunale sarebbero non solo quelli economici necessari per il finanziamento delle opere di riduzione in pristino dei luoghi, ma anche quelli riferibili alle spese inevitabili di giudizio che l’amministrazione comunale dovrebbe sostenere per le azioni giudiziarie dei proprietari degli insediamenti commerciali che utilizzano il parcheggio». La conseguenza è l’acquisizione dei beni per rendere coerente lo stato di fatto con quello di diritto. Della stima a livello economico se ne è occupato l’ingegnere Alessandro Guarino: il periodo preso in considerazione va dall’8 febbraio del 1999 al 20 giugno del 2024, data della prossima udienza. Dai conteggi risulta un esborso a favore della Agrind di 215 mila euro, mentre il debito fuori bilancio è di poco superiore.

Nel documento istruttorio viene puntualizzato che «l’emanazione del provvedimento di acquisizione-sanante (la base di tutto è il testo unico degli espropri del 2001, in particolar modo l’articolo 42-bis, ndr) costituisce, al pari della restituzione del fondo oggetto di occupazione illegittima o di un accordo transattivo tra privato ed Autorità – causa di cessazione dell’illecito permanente perpetrato dall’amministrazione. C’è il semaforo verde con necessaria variazione di bilancio che interessa il fondo contenzioso Osl. La documentazione sarà poi inviata alla procura della Corte dei conti di Perugia.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli