di S.F.
Modifiche organizzative e gestionali. Questa la motivazione che ha fatto scattare un’istanza di verifica di assoggettabilità a Via – Valutazione di impatto ambientale – per un impianto per la messa in riserva, scambio rifiuti e recupero di rifiuti pericolosi/non in Zona Fiori: si tratta dell’area in capo alla ditta Corigliano Snc, in possesso dell’autorizzazione unica del 23 gennaio 2019 rilasciata dalla Regione Umbria.

La società al momento ha l’autorizzazione per le operazioni di recupero riguardanti i veicoli fuori uso, Raee pericolosi e non pericolosi, rifiuti di cavi, rifiuti metallici non pericolosi e carta/cartone/legno. La ragione dell’istanza? Viene spiegato nella documentazione pubblica elaborata dalla ditta e pubblicata sul sito della Regione: «La società – si legge – intende apportare rispetto a quanto autorizzato, scaturite soprattutto dalla scelta di voler cessare le attività di recupero R12 ed R13 sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) pericolosi, così come le attività di gestione del centro di raccolta per la messa in sicurezza, la demolizione, il recupero e la rottamazione di veicoli fuori uso». C’è altro.
Di mezzo c’è anche la volontà di ridefinire le aree d’impianto per poter «distinguere il deposito temporaneo
definito come raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima dello smaltimento, nel luogo in cui gli
stessi sono stati prodotti, dallo stoccaggio dei rifiuti prodotti dall’attività di trattamento dei rifiuti» e un «incremento del quantitativo dei rifiuti in ingresso rispetto a quanto autorizzato che comunque si ritiene trascurabile, in quanto si passerebbe da 19.420 ton (autorizzate in ingresso) a 19.480 ton. con un incremento di 60 ton.». Per la Corigliano snc, con dati alla mano contenuti nello studio preliminare ambientale, è possibile affermare «che non sussistono i presupposti affinché si producano effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana generati dalle modifiche in progetto».
In tutto l’impianto occupa una superficie di poco superiore ai 6.000 mq, in maggior misura con aree scoperte. Delle cessazioni si è scritto, ma gli inserimenti? L’unico richiesto è per l’attività R13 (messa a riserva) sugli imballaggi misti «per un quantitativo massimo annuo di 60 tonnellate». Palla alla Regione.