Oltre dieci anni di maltrattamenti, iniziati poco dopo il matrimonio – combinato – in patria e proseguiti durante i difficili anni vissuti a Terni quasi sempre insieme, fino al divorzio intervenuto recentemente. Ma anche violenze sessuali ripetute, perché «io sono il marito e tu la moglie, e qui comando io», che hanno accompagnato un pezzo di vita che deve essere sembrato infinito alla vittima, una donna di origini straniere. L’ex marito, connazionale poco più che quarantenne, è stato rinviato a giudizio mercoledì dal gup Chiara Mastracchio, con prima udienza – di fronte al tribunale di Terni in composizione collegiale – fissata per il 21 gennaio prossimo.
La storia, emersa in prima battuta grazie all’assistenza di un centro antiviolenza di Terni e poi messa nero su bianco dalla denunciante, descrive un quadro in cui un uomo non si cura affatto della moglie, sperpera al gioco ogni minimo guadagno, la costringe in una casa senza utenze e spesso anche senza cibo, la considera solo per soddisfare le proprie voglie sessuali e, a seguire, la maltratta pesantemente – fino all’estremo rappresentato dalle aggressioni fisiche – e induce anche il bimbo nato da questa relazione a fare altrettanto con la mamma. Come sputarle sui piedi: comportamento tenuto dal padre, soprattutto dopo il divorzio, per rimarcare come lei fosse una «poco di buono», una «cattiva moglie e cattiva madre». Quando forse l’unica colpa, se proprio la si vuole definire così, è di aver preso il coraggio a due mani solo dopo diversi anni di un’esistenza che, per ragioni personali, familiari e culturali, era stata del tutto soggiogata ai voleri del marito.
Ci aveva pensato poi la polizia di Stato a condurre indagini che hanno portato all’emissione del divieto di avvicinamento all’ex moglie ed al figlio, con applicazione del braccialetto elettronico. L’udienza filtro, quella che ha disposto il processo, ha visto il 42enne difeso dall’avvocato Leonardo Capri e la donna assistita dal collega Alessandro Gentiletti. Spetterà al tribunale analizzare di nuovo i tanti passaggi drammatici di una vita, formalizzati nelle accuse di maltrattamenti, violenza sessuale e violazione degli obblighi di assistenza familiare in caso di separazione.