Terni: l’infortunio sul campo di calcio, poi l’intervento e l’embolia mortale. Primario condannato a risarcire

Il professionista deve risarcire l’azienda ospedaliera ternana per 869.612 euro

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All’ospedale di Terni ci era arrivato nel gennaio del 2009 a seguito di un infortunio patito al ginocchio destro mentre giocava a calcio. Il 28enne Gianluca Guerrieri, dopo gli accertamenti medici, il 22 gennaio del 2009 era stato operato in artroscopia con asportazione di una cisti sinoviale. Le dimissioni dall’ortopedia erano arrivate il giorno dopo con le indicazioni terapeutiche da seguire e il controllo fissato a due settimane. Ma al ‘Santa Maria’, il 28enne ci era tornato il 5 febbraio, prima della data stabilita. Perché la gamba si era gonfiata, era di colore scuro e le condizioni di salute non sembravano delle migliori. Però i medici lo avevano rimandato a casa, associando la situazione al normale decorso post operatorio. Lo stesso aveva fatto il primario, qualche giorno dopo, quando Gianluca Guerrieri lo aveva chiamato per l’ulteriore aggravamento delle sue condizioni. Il controllo era stato fissato per il 14 febbraio ma la sera precedente, il 28enne aveva accusato forti giramenti di testa, difficoltà respiratorie e dolori addominali. Soccorso dal 118 e sottoposto a massaggio cardiaco, era stato trasportato in ospedale d’urgenza, dove era giunto ormai privo di vita. Morto – come poi accertato – per embolia polmonare derivata da trombosi della vena poplitea di destra. La vicenda, archiviata dalla giustizia penale con l’intervenuta prescrizione rilevata a suo tempo dalla procura di Orvieto, è finita all’attenzione del tribunale civile di Terni che nel 2014 (sentenza poi confermata in appello a Perugia nel 2017) aveva condannato in solido l’azienda ospedaliera e l’ortopedico a risarcire i familiari del 28enne per 818.914 euro. Poi con il passare del tempo è stata la Corte dei Conti dell’Umbria ad occuparsene e in questi giorni il collegio presieduto da Piero Carlo Floreani e composto dai giudici Acheropita Mondera e Rosalba Di Giulio, ha condannato il primario a risarcire l’ospedale ‘Santa Maria’ per 869.612 euro, ovvero il danno erariale contestato dalla magistratura contabile per le spese sostenute dall’azienda ospedaliera ternana in seguito alla vicenda. «La condotta dell’ortopedico nella gestione post-operatoria del giovane paziente – scrive la Corte umbra nella sentenza – appare direttamente causativa del danno di cui si discute per aver omesso l’effettuazione dei controlli ambulatoriali post-chirurgici ogni 4/5 giorni dopo l’intervento – soprattutto nel caso in cui, come quello in esame, il paziente lamentava dolore -; la prescrizione di esame eco-color-dopplervenoso dell’arto interessato, in presenza di dolore; la prescrizione di trattamento eparinico per una durata superiore ad otto giorni; nonché, per avere prescritto erronei trattamenti fisioterapici post-operatori eccessivamente immobilistici ed incongrui, consistiti in attività notevolmente controindicate nei confronti della stasi venosa nel distretto della gamba, trattamenti che hanno assolto un evidente ruolo concausale nell’insorgenza della trombosi venosa profonda e, quindi, dell’embolia polmonare, con conseguente decesso del giovane paziente».

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