Terni: Luca, il carabiniere che nuota (e vince) nelle acque gelide

Terzo posto ai campionati europei di specialità disputati in Romania. L’atleta ternano punta già i mondiali 2025 di Molveno

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Luca Valeriani


«I miei allenamenti? A Piediluco, da novembre quando l’acqua è ancora ‘calda’ (10 gradi, ndR) ma pure nei mesi successivi: l’ultima volta la temperatura era di 6 gradi. Poi nella piscina che ho allestito a casa mia, dove scendo gradualmente fino ad arrivare a 4/5 gradi». Già così fa venire freddo, poi: «Cosa indosso quando nuoto? Costume, al massimo a pantaloncino, cuffie, occhialini, tappi per le orecchie». E basta.

La disciplina del nuoto in acque fredde vede fra i protagonisti internazionali anche un ternano, il carabiniere – maresciallo dell’Arma – Luca Valeriani, 51 anni. In realtà ha feeling anche con le acque meno fredde, visto che fra nuoto in acque libere, maratone e altre competizioni sulle lunghe distanze, nel tempo ha portato in alto i colori dell’Italia. L’ultima affermazione per questo atleta a suo modo ‘estremo’ è arrivata in Romania, ad Oradea, dove lo scorso weekend è giunto terzo ai campionati europei di nuoto in acque fredde sulla distanza dei 250 metri.

Valeriani, che è atleta della Grosseto Nuoto ma che nelle gare internazionali rappresenta l’Italia e la sua federazione – la IISA -, nel palmares vanta anche vittorie in una ‘classica’ della lunga distanza come la Capri-Napoli (36 chilometri in acque libere) e in diverse gare in Coppa del Mondo. Il prossimo ‘bersaglio grosso’, quando si parla di acque fredde, anzi sarebbe meglio dire gelide, è rappresentato dai mondiali di gennaio 2025 a Molveno. «Vorrei competere sui mille metri – dice Luca – e per farlo, cercherò di ottenere la qualificazione sui 500 in Austria e poi, forse, fare delle gare di approccio ai mille a fine 2024». L’adattamento a temperature del genere dura circa tre mesi: «Gradualmente si abitua il corpo a stare in acque ‘invernali’. E’ qualcosa di possibile, certo, bisogna essere fisicamente in salute e mentalmente pronti». Il sogno poi si chiama olimpiadi invernali: «Sembra che dal 2026 questa disciplina possa essere ammessa, vedremo». Lui è pronto.

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