Terni: minaccia e tenta di aggredire giudice in carcere. Fermato detenuto, stop udienza

Il grave episodio è avvenuto lunedi mattina a Sabbione

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Episodio inquietante lunedì mattina nel carcere di vocabolo Sabbione, a Terni, dove un detenuto 42enne originario della provincia di Brindisi avrebbe minacciato pesantemente e tehtato di aggredire una giudice del tribunale di Terni, che aveva raggiunto la struttura detentiva per un’udienza con le modalità della rogatoria – competente è l’autorità giudiziaria di Potenza – unitamente ad una cancelliera dello stesso tribunale ternano.

L’uomo, oltre a mettere in atto minacce verbali, ha estratto un oggetto plastico appuntito, minacciando pesantemente e tentando di aggredire la giudice. La situazione è stata fermata dal personale della polizia penitenziaria del carcere di Terni ed ora per il detenuto pugliese 42enne è scontata la denuncia. L’udienza è stata ovviamente sospesa, comprensibile lo shock da parte di chi si è trovato a vivere una situazione di particolare tensione.

Gli atti sulla vicenda, dopo il lavoro condotto dalla procura della Repubblica di Terni guidata dal procuratore Andrea Claudiani, verranno trasmessi alla procura di Firenze – territorialmente competente per fatti riguardanti magistrati operanti in Umbria – per tutte le determinazioni del caso. L’udienza durante la quale sono avvenuti i fatti, riguardava, fra le altre cose, un procedimento per minaccia verso un altro magistrato, per il quale il 42enne era stato destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Sergio Sottani

Sull’accaduto interviene con una nota il procuratore generale della Repubblica di Perugia, Sergio Sottani, parlando di «ennesima aggressione nelle carceri umbre. Questa volta a farne le spese – spiega – è stato un magistrato, vittima, durante un interrogatorio, di un tentativo di aggressione da parte di un cittadino italiano detenuto all’interno dell’istituto penitenziario di Terni. L’immediato intervento del personale di polizia penitenziaria ha evitato le peggiori conseguenze che sarebbero potute scaturire dal violento attacco effettuato tramite il manico di una forchetta di plastica, affilata ed occultata dal detenuto tra le dita della mano».

Come riferisce il procuratore Sottani, in questi anni «sono aumentati i fatti di violenza all’interno delle carceri umbre. Nel corso del 2022 – scrive – sono stati denunciati 99 casi di aggressioni tra detenuti, 28 nei confronti del personale di polizia penitenziaria ed 1 nei confronti degli operatori penitenziari. Nel 2023 tali aggressioni hanno subito un brusco aumento: le aggressioni tra detenuti sono salite a 124, 69 nei confronti del personale di polizia penitenziaria e 3 nei confronti degli operatori penitenziari. I dati del 2024 sono addirittura più impressionanti in quanto nel primo quadrimestre si sono già verificate 45 aggressioni tra detenuti, 28 nei confronti del personale di polizia penitenziaria. A tali numeri vanno aggiunti i 25 tentativi di suicidio e 3 suicidi di detenuti all’interno dei penitenziari umbri, nell’anno 2022, che sono aumentati nel successivo 2023 a 36 casi di tentato suicidio e 3 sucidi. Nel primo quadrimestre di quest’anno si sono già riscontrati 23 tentativi di suicidio ed un suicidio»

«La promiscuità tra detenuti con problemi psichici e gli altri – prosegue Sergio Sottani – rappresenta un ulteriore elemento di difficoltà nella convivenza coatta all’interno del carcere. Per altro verso, nella Regione Umbria non è stata ancora istituita la REMS, cioè la specifica struttura sanitaria destinata ad accogliere i condannati affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. A questa situazione, che desta estrema inquietudine e che potrebbe aggravarsi con l’imminente arrivo della stagione estiva che notoriamente favorisce situazioni di conflittualità all’interno degli istituti penitenziari, si deve sottolineare la più volte denunciata carenza sia dell’organico, nella misura di circa 200 unità, di personale di polizia penitenziaria nel territorio umbro, sia di personale medico e dell’area trattamentale, dotato di competenze specifiche per la cura della popolazione detenuta, soggetta a disturbi psichici».

Sull’accaduto interviene anche il sindacato di polizia penitenziaria Sappe. «Un detenuto italiano ha tentato di aggredire un magistrato presente in carcere – afferma il segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, Fabrizio Bonino -, aggressione scongiurata per l’intervento dei poliziotti penitenziari, anche se sembra essere rimasto contuso il comandante di reparto».

Non sarebbe tuttavia l’unico fatto di tensione avvenuto nel carcere di Terni negli ultimi giorni. Sempre Bonino: «Nel pomeriggio di sabato un detenuto campano del circuito media sicurezza ha, per futili motivi, aggredito il poliziotto di sezione. Poco dopo, nel locale infermeria, un detenuto di origine nigeriana ha lanciato una bottiglia contro altri detenuti, magrebini e albanesi, che hanno reagito colpendo duramente il nigeriano che si è salvato solo grazie all’intervento del poco personale di polizia in servizio. Domenica mattina – prosegue il rappresentante del Sappe – all’apertura delle celle della sezione I media sicurezza, un gruppo di magrebini ed italiani di origine campana sono entrati nella cella di un detenuto albanese sdraiato sul letto a dormire, percuotendolo per vendetta per i fatti accaduti il giorno precedente. L’uomo è stato inviato al pronto soccorso di Terni ed ha riportato lesioni sul viso e sul resto del corpo. Domenica pomeriggio l’ennesima rissa tra magrebini e detenuti di origine campana, con i primi che hanno avuto la peggio con tagli profondi sul viso: anche loro inviati al pronto soccorso del ‘Santa Maria’ di Terni dal medico dell’istituto ma gli stessi hanno rifiutato il trasporto in ospedale».

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