Terni: «Misteri del Pd su vicenda percolato»

Il consigliere comunale Enrico Melasecche: «La logica privatistica continua a prevalere in un soggetto dove il pubblico dovrebbe pesare per il 75% circa»

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Enrico Melasecche

di Enrico Melasecche
Lista Civica ‘I love Terni’

La vicenda ‘percolato e sprechi’ si aggiunge alle altre che hanno costellato questi anni bui della pubblica amministrazione ternana. Probabilmente altre ne emergeranno perché quando l’andazzo è questo e si ha la certezza dell’impunità le ‘fesserie’ si fanno in serie.

Il problema della discarica e delle relative responsabilità è certamente complesso ma, al di là degli aspetti penali che accerterà il tribunale una domanda si pone: possibile che l’impianto comunale di depurazione di Maratta, gestito oggi dal Sii, raddoppiato come quello di Gabelletta dalla giunta Ciaurro, non potesse assolvere anche a tale obiettivo? Oltretutto la percentuale del percolato è ben poca cosa rispetto alla quantità di reflui trattati dal depuratore di Maratta, che, con il laboratorio ben fornito di tecnici e di mezzi, avrebbe ben potuto farsi carico del problema integrando volendo l’impiantistica esistente.

A cosa è servito aver creato una sorta di ministero con il Sii se poi la funzione della depurazione non viene svolta in modo collaborativo ed esaustivo? Rimane il dubbio che la logica privatistica continui a prevalere in un soggetto dove il pubblico dovrebbe pesare per il 75% circa, gestito questo in tutte le sue articolazioni dal Pd. Possibile che, di fronte alle richieste della dirigenza comunale che chiedeva di farsi carico di quel problema sia stato risposto dal Sii trincerandosi dietro alla mancata autorizzazione regionale, anche quella politicamente ottenibile in poche settimane?

Ed una volta ottenuta, perché ad oggi si continuano a frapporre ostacoli di fronte ad un problema reale della città? Non solo un accordo con Ast la politica avrebbe dovuto trovarlo, nell’interesse di entrambi i contraenti. Comunque in questo caos in cui è stata fatta precipitare Terni le risposte in giudizio le daranno gli interessati, ma quelle politiche le vorremmo dal sindaco e dai suoi assessori all’ambiente e ai lavori pubblici. 

 

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