«Iodaracing non correrà la gara finale del Mondiale Superbike in Qatar. E, salvo miracoli, non ci sarà neanche l’anno prossimo». A scriverlo è Corsedimoto, che riporta lo sfogo di Giampiero Sacchi.

Sacchi «Mi fermo perché non trovo più senso. Per Aprilia – ha detto Sacchi – dovremmo essere una risorsa, perché facciamo correre a spese nostre la loro moto. Teniamo il marchio in pista e nel 2016 abbiamo contribuito al lancio di uno dei giovani più interessanti, Lorenzo Savadori. Invece mi sento un problema. Se è così, meglio togliere il disturbo. In questa stagione faccio correre un argentino, Leandro Mercado. Sabato 30 settembre, a Magny Cours, siamo andati a letto festeggiando la prima fila, che per un pilota debuttante e una squadra come la nostra doveva essere un sogno. La mattina dopo mi sono trovato nella mail la sua disdetta dal contratto. Ma dico, siamo pazzi?».

Lo sfogo Poi Giampiero Sacchi, sempre a Corsedimoto, ha spiegato: «In Superbike la griglia di partenza è divisa in due: le case ufficiali da una parte e i privati dall’altra. Per noi 100 mila euro sono questione di vita o di morte, per una Casa sono niente. Eppure anche correre da privati costa bei soldi, se vuoi offrire agli sponsor servizi all’altezza. Per gestire un solo pilota come nel nostro caso se ne vanno 300 mila euro in stipendi (oltre al pilota…), 350 mila euro di viaggi, le spese per l’hospitality e per la gestione a casa. E non abbiamo ancora parlato di moto, revisioni, ricambi. Per fare una stagione con solo pilota servono almeno 1,5 milioni, se non 2. E come li trovo se non posso offrire niente a chi potrebbe darci una mano?».
La speranza Sul futuro il team manager ternano si è detto possibilista: «Non è detto che ci fermeremo definitivamente. Le corse sono la mia vita e se spunta l’occasione giusta, un progetto che torni a far emozionare me e chi i può dare appoggio econonomico, la prendiamo al volo. E’ questo il punto: servono sogni, per andare avanti».