Terni: nuova minaccia di chiusura dal 21 maggio per la Tct

Ancora rapporti tesi con Ast. Giovedì assemblea dei lavoratori

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Si riapre a Terni la vertenza Tct: l’azienda, che taglia e commercializza tubi per conto del Tubificio di Ast, ha dichiarato che cesserà l’attività produttiva il 21 maggio prossimo, avviando una procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti, circa cinquanta unità. Una nuova ‘minaccia’ di chiusura, l’ennesima da giugno 2022, che ha fatto scattare l’immediata convocazione di un’assemblea, da parte delle segreterie provinciali di Fim Cisl e Fiom Cgil, insieme alle rsu, prevista dalle 13 di giovedì con tutti i lavoratori della Tct.

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Il sospetto

A fronte delle reiterate minacce di chiusura – fortunatamente finora sempre sventate – il sospetto dei lavoratori è che ci sia una strategia della proprietà nella trattativa di cessione del sito ad Ast, trattativa che Tct avrebbe cercato di riaprire negli ultimi mesi. Il contratto attualmente in essere tra le due parti scade a marzo 2024, dunque fino a quel momento le commesse – salvo sorprese – dovrebbero essere assicurate, come accaduto finora. D’altra parte il cavalier Giovanni Arvedi lo scorso febbraio aveva assicurato ai dipendenti Tct che «Arvedi Ast è la vostra casa». Confermando così la volontà di «contribuire a risolvere eventuali problemi sociali», come comunicato formalmente anche al tavolo convocato dal prefetto di Terni, Giovanni Bruno. Impegni che, se la situazione dovesse precipitare nuovamente, dovranno essere ribaditi.


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