Terni, officine di lavoro per progetti condivisi

La seconda tappa del percorso partecipativo avviato dall’amministrazione comunale. L’incontro ha approfondito il tema dei fondi strutturali della programmazione europea

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Nei teatri dell’ex centro multimediale, giovedì pomeriggio, hanno preso il via le officine di lavoro del progetto ‘partecipATerni’. La giornata è stata la seconda tappa del percorso partecipativo sulla progettazione condivisa, avviato dall’amministrazione comunale lo scorso 10 ottobre. A inaugurare i tavoli il sindaco Leopoldo Di Girolamo, la vice sindaco Francesca Malafoglia e l’assessore regionale Luca Barberini.

Progettazione condivisa L’incontro ha approfondito il tema dei fondi strutturali del nuovo ciclo della programmazione europea attraverso la progettazione condivisa come strumento operativo per la convergenza delle risorse e degli investimenti, verso uno sviluppo urbano integrato, sostenibile e inclusivo.

Tappa importante «Questa giornata – ha detto Malafoglia – non è semplicemente un secondo appuntamento, ma una tappa importante del cammino intrapreso dall’amministrazione, e da me fortemente sostenuto, che si pone l’obiettivo di offrire una piattaforma per lo scambio, la riflessione partecipata, la progettazione condivisa rispetto alle opportunità di sviluppo urbano in ambito smart city connesse al nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei, a partire da quelli strutturali. Le politiche pubbliche si confrontano con contesti privati mutati che necessitano di approcci nuovi e relazioni significative che tengono conto delle eccellenze del territorio e del valore aggiunto che queste portano ai processi decisionali».

Francesca Malafoglia

Obiettivo «La direzione di azione che si propone questa giornata è di allargare lo sguardo per comporre insieme alle professionalità dei diversi settori che compongono la nostra comunità, una matrice per lo sviluppo urbano che intercetti ulteriori assi di finanziamento a partire da quelli Por Fesr e Fse, secondo un approccio che ampliandosi per cerchi concentrici, rafforzi e arricchisca quanto finora messo in campo. Ci siamo prefissati un obiettivo operativo. Elaborare insieme proposte progettuali, tenendo presente lo scenario delle opportunità, partendo dagli attori del territorio, dalle domande, dalle caratteristiche, dal know how per disegnare un’architettura di azioni concrete per la rigenerazione urbana».

Spunti e competenze «Ferma restando l’idea che resta in capo al decisore l’assunzione delle scelte politiche, quello che fa la differenza è il come queste vengano compiute. Sono fermamente convinta – ha spiegato – che esista una vita cittadina privatistica e imprenditoriale a prescindere dalle istituzioni che se messa in relazione con il pubblico può fornire spunti e competenze utili alle scelte politiche e che, valorizzando il territorio, anche i luoghi siano moltiplicatori di risorse, acceleratori di processi, accompagnamento e supporto, idea che mi sono fatta dopo aver ascoltato professionalità diverse esistenti e le loro impressioni su cosa sia utile per lo sviluppo di buone prassi, processi di cambiamento intelligente, in una parola, processi felici. Condividere le scelte è l’unico approccio possibile per rispondere pienamente e in maniera più efficace alle richieste e ai bisogni della città».

Nuove opportunità «I fondi europei rappresentano una nuova opportunità per Terni e insieme una nuova sfida che impone a tutti noi, amministratori, professionisti del sociale, della cultura, dell’imprenditoria e della formazione, l’impegno di pensare e progettare una Terni migliore», ha concluso.

Luca Barberini

Parole chiave A prendere al parola è stato poi l’assessore alla Salute, Coesione sociale e Welfare, Barberini: «Sono quattro le parole chiave», ha detto. «Collaborazione, condivisione, comunità e continuità. Comunità: è la sfida. Dobbiamo creare una società diversa, solida e solidale. Dobbiamo sostenere chi soffre. Dobbiamo creare delle soluzioni che facilitino l’uscita da queste situazioni. Collaborazione: perché dobbiamo mettere insieme tutte le nostre esperienze e competenze. Le dobbiamo valorizzare e far dialogare tra loro sia nella fase di analisi sia nella fase di elaborazione delle strategie. Infine, mi piace sottolineare il concetto di continuità perché nelle città ci sono tantissime strutture che sono nate con un obiettivo e poi sono state abbandonate. Invece, bisogna ridare vita a queste costruzioni. Non buttiamo via le cose fatte. Il nostro patrimonio va valorizzato esattamente come le nostre esperienze».

Opportunità finanziarie «Fondamentali sono i fondi europei a cui si può attingere», ha continuato. «Bisogna comprendere al meglio le diverse opportunità finanziare che abbiamo davanti per realizzare ciò che emerge da questa progettualità condivisa. Il progetto deve essere sviluppato nella sua interezza quindi dobbiamo avere presente anche i diversi tipi di finanziamento. Ovviamente, però, si devono evitare le sovrapposizioni perché la Comunità europea non può finanziare più progetti uguali».

Pubblica amministrazione «Infine bisogna sottolineare che questa innovazione sociale richiede alla pubblica amministrazione un ruolo diverso. Fino adesso si è posta solo come regolatrice dei servizi, invece deve essere ancora più aperta e collaborare cercando di andare oltre questa sua unica funzione. Deve essere sullo stesso piano dei soggetti protagonisti del territorio».

Le officine di lavoro Al termine di questa assemblea di presentazione, il pubblico si è diviso e ognuno ha preso parte al proprio tavolo di lavoro. Le officine erano quattro, ognuna con un tema diverso: ‘Sapere collettivo’ dove si è occupati di progetti di sviluppo della città negli ambiti culturali, educativi e ricreativi. ‘Bene sociale’ per progetti nelle politiche del welfare e socio-sanitarie.  ‘Innovazione’: progetti di start up, living lab, impresa sociale, coworking e politiche del lavoro. Infine quella dedicata alle politiche dell’abitare e della cura dei beni comuni chiamata ‘Rigenerazione urbana’.

Partecipanti Ogni tavolo è stato guidato nel suo lavoro da un ‘esperto’. C’erano Romano Benini, giornalista economico e docente di politiche del lavoro, Virgilio Ambroglini, presidente della fondazione Sergio musica, Alessandro D’Onofrio, architetto, progettista e curatore e Beatrice Bartolini della sezione programmazione sociale di territorio e sistema di servizi per le disabilità della Regione. I partecipanti ai gruppi si sono confrontati sulla destinazione e utilizzo delle risorse europee: sapere collettivo, progetti di sviluppo della città negli ambiti culturali, educativi e ricreativi; bene sociale, progetti nelle politiche del welfare e sociosanitarie; innovazione, progetti di start up, living lab, impresa sociale, coworking, politiche del lavoro; rigenerazione urbana, politiche abitative e cura dei beni comuni, in un’ottica di proiezione di Terni 2020, volano di innovazione territoriale, luogo di connettività, creatività, socialità e sperimentazione.

 

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