Terni, parenti serpenti: proiettili e condanna

Un uomo manda una lettera minatoria al fratello: i carabinieri fanno chiarezza

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Quando aveva aperto quella busta, si era spaventato. Ed aveva portato tutto ai carabinieri. Ma quella che ne è venuta fuori è una storiella (o storiaccia) tutta familiare.

Il proiettile Tutto era cominciato a marzo, quando un 67enne ternano – dirigente aziendale in pensione – aveva ricevuto per posta una busta anonima, con dentro un vecchio articolo di giornale nel quale si parlava della sua – ex – attività lavorativa e un proiettile da guerra calibro 9 ‘parabellum’.

Le indagini La denuncia dell’uomo aveva fatto scattare le indagini e, alla fine, il misterioso mittente è stato rintracciato: un 77enne imprenditore ternano. Ma la vera sorpresa, per i militari, è stato scoprire che l’autore del gesto minatorio era il fratello maggiore dell’uomo che aveva ricevuto il proiettile.

Le armi Nel corso della successiva perquisizione effettuata presso l’abitazione di residenza del 77enne i militari hanno poi trovato un sacco di materiale interessante. «Una serie di armi comuni da sparo – spiegano i militari – nonché di parti di armi e munizionamento da guerra: quattro fucili ed una pistola, tutti di non recente costruzione e mancanti di matricola e marca, che, non essendo censiti, sono da considerare ‘armi clandestine’; due caricatori e due proiettili per pistola non denunciati; una culatta otturatore di una pistola datata ed una volta in uso all’esercito italiano e pertanto costituente parte di arma da guerra e non detenibile; nove proiettili per armi da guerra di vario calibro, fra cui alcuni del medesimo di quello inviato per posta, che essendo classificati come ‘munizionamento da guerra’ non possono essere detenuti da privati; due fucili da caccia dell’arrestato che, pur se regolarmente denunciati, non erano custoditi nel luogo indicato nella relativa denuncia».

L’arresto E così è finita che i carabinieri della stazione di Terni hanno tratto in arresto l’uomo per detenzione illegale di armi comuni da sparo clandestine, possesso di munizionamento e parti di armi da guerra ed omessa denuncia del cambio di luogo di custodia delle armi. Davanti al magistrato ha confessato di aver inviato la lettera minatoria al fratello, con il quale non si parla più da tempo, a seguito delle forti diatribe sorte con lo stesso per l’ormai datata successione ereditaria dei loro genitori. L’anziano imprenditore è stato condannato ad 8 mesi di reclusione ed una multa di 3.500 euro, con pena sospesa.

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