Terni, presunta frode a Sviluppumbria: società e amministratore condannati a risarcire

La sentenza è stata emessa dalla Corte dei Conti dell’Umbria

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Terni, maxi sequestro da 360 mila euro ai danni di un’impresa. Due denunce per truffa

205.398 euro, di cui 88.485 in favore dell’Unione Europea – Erario Sovranazionale e 116.913 euro al Ministero dell’economia e delle finanze. Questa la cifra che la Gpi Technology di Terni e il suo amministratore unico sono stati condannati a pagare, con sentenza emessa dalla Corte dei Conti dell’Umbria. Tutto ruota attorno ad una presunta indebita percezione di contributi pubblici per l’acquisto di un macchinario, erogati all’azienda ternana da Sviluppumbria Spa nell’ambito del programma regionale PR FESR della Regione Umbria, attraverso diverse tranches con successiva restituzione della somma, da parte dell’impresa, in venti rate trimestrali. Un piano di rimborso che, collegato ad un progetto imprenditoriale che secondo Sviluppumbria era stato disatteso, avrebbe visto la mancata restituzione di tre rate consecutive con risoluzione del contratto di finanziamento e revoca dell’agevolazione. Il danno erariale stimato è rappresentato dalla quota di finanziamento non restituita dalla società a Sviluppumbria. La Corte dei Conti ha condiviso il punto di vista della magistratura contabile che aveva contestato il danno, condannando società e amministratore a pagare la cifra in premessa. Ciò perché, si legge nelle motivazioni della sentenza, «risulta provato che il convenuto ha agito in maniera cosciente e premeditata, con la chiara intenzione di trarre ingiustamente profitto da risorse pubbliche».

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