Terni, progetto ‘Goal’ ridisegna l’ospedale

Sette i progetti elaborati dall’equipe messa in campo dal Santa Maria. Il dg Dal Maso: «Ora passare alla fase operativa»

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A distanza di un anno dal lancio del progetto di cambiamento organizzativo chiamato ‘Goal – Going on advanced lean’, l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ha illustrato i primi risultati del cambiamento in atto.

Dalla fase progettuale a quella operativa A scendere nel particolare della realtà ternana è stato il direttore generale del ‘Santa Maria’, Maurizio Dal Maso, che ha parlato di «un cambiamento partecipato e generato dal basso, coinvolgendo tutti i professionisti che si sono messi in gioco, avviato due anni fa e che oggi vede la fine della fase progettuale a cui seguirà la fase di messa a regime dei nuovi modelli di cura, ottimizzando l’uso di tutte le risorse che la collettività finanzia e che devono essere usate al meglio».

L’OSPEDALE DI TERNI FRA PRESENTE E FUTURO

Benefici economici Una visione che ha inciso anche in termini economici, ha ricordato Dal Maso: «Nei primi due anni di attività questa direzione, oltre a sperimentare modelli innovativi, ha già raggiunto importanti risultati come un incremento del 3,5% del fatturato, dello 0,8 % degli interventi chirurgici e un aumento del peso medio della casistica trattata».

I progetti Sette i progetti in cui si articola ‘Goal’. Il primo interessa il dipartimento emergenza e in particolare il pronto soccorso con interventi a brevissimo (riduzione dei tempi di attesa con interventi sul funzionamento degli ambulatori, l’introduzione di cinque codici-colore e l’individuazione di un ‘case manager’), breve (riqualificazione logistica e organizzativa), medio (integrazione pronto soccorso-medicina d’urgenza) e lungo termine (progetto Deu 2020 con l’ampliamento strutturale del pronto soccorso). C’è poi il progetto sulle terapie intensive (migliorare l’utilizzo dei posti letto con logiche di specializzazione, andando a ridefinire il ruolo delle terapie intensive all’interno dell’azienda e valutando l’opportunità di istituire aree di degenza sub-intensiva e post-chirurgica), sulle sale operatorie (incremento della ‘saturazione’ delle stesse con riduzione dei tempi di attesa per gli interventi ad alta priorità), sulla centrale ricoveri che – è l’obiettivo – dovrà condurre a una gestione più trasparente e corretta dei flussi ospedalieri. Infine i progetti di assistenza ambulatoriale (in primis la ‘reingegnerizzazione’ del poliambulatorio con interventi strutturali, logistici e sugli aspetti tecnologici e di risorse umane), i percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (stretta connessione fra assistenza ospedaliera e territoriale), high care medica (superare la divisione in reparti, introducendo aree di degenza omogenee in funzione della complessità clinica, assistenziale e temporale).

‘Lean management’ «Il sistema di ‘lean management’ – ha spiegato Americo Cicchetti, professore ordinario di organizzazione aziendale e direttore dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – comporta vantaggi in termini di customer satisfaction ed efficienza operativa perché incentrata sul paziente e sul suo processo assistenziale». Una direzione, quella del modello organizzativo-gestionale ‘lean’, intrapresa anche a livello governativo. A fare il punto sugli strumenti di controllo e razionalizzazione messi in campo dal Governo è stata Angela Adduce, dirigente del ministero dell’economia e delle finanze.

L’equipe Il team guidato da Luciano Lorenzoni, responsabile della formazione dell’azienda ospedaliera di Terni e project manager del progetto ‘Goal’, è composto da sette medici che hanno analizzato i processi di diversi dipartimenti. L’equipe di progetto è composta da Giorgio Parisi per il dipartimento emergenza, Rita Commissari per le terapie intensive, Massimo Rizzo per le sale operatorie, Agnese Barsacchi per la centrale unica ricoveri, Susanna Sodo per l’assistenza ambulatoriale, Mauro Ciculi per i percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali e Maria Grazia Proietti per l’high care medica.

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