di S.F.
Via libera in II commissione in Comune a Terni – 5 i favorevoli, la maggioranza – sull’individuazione delle modalità di organizzazione del servizio di pubblica illuminazione attraverso un project financing da 32,5 milioni di euro di concessione stimata per un periodo di 12 anni. Non a sorpresa con scontro politico di mezzo. A dare delucidazioni tecniche ci ha pensato invece il dirigente all’energia Paolo Grigioni, in aula insieme al funzionario con elevata qualificazione Gianluca Rubeca (il futuro Rup dell’iter).
Terni, pubblica illuminazione: project financing, si procede. Concessione da 32,5 milioni, le novità

Del tema, nei dettagli principali, abbiamo scritto la scorsa settimana. Così come la richiesta di incontro urgente da parte della Rsu. L’assessore Giovanni Maggi ha riepilogato la lunga storia di quanto successo dal 2022 per poi giungere ad un chiarimento: «La privatizzazione non è nostra, si è preso solo atto che ormai Asm non è più una società in house e non si può affidare direttamente il servizio. E non si può andare avanti in deroga. Asm potrà partecipare alla gara e dimostrare la sua capacità di stare suil mercato». Grigioni ha risposto alle varie sollecitazioni dei consiglieri: «In 12 anni, con le stime fatte, si avrebbe un risparmio di circa 10 milioni di euro e sulla parte efficientata un risparmio del 60-70%».

A farsi avanti per fare domande sono stati Valdimiro Orsini (Misto), Claudio Fiorelli (M5S), Roberto Pastura (FdI) e Cinzia Fabrizi (FdI): «Qual è il tasso di interesse? E l’energy performance contract? Questa è una scelta che dobbiamo prendere o un obbligo?», alcune delle questioni poste. Ed ecco che parte lo scontro: «Ci sarà la sostituzione con lampade a led e anche dei pali ammalorati, con circa 2 mila punti luce in più e trasferimento del rischio a carico del concessionario. Fiorelli studi di più, c’è stata poca disamina da parte sua. Se si sollevano determinati problema, significa che la delibera non si è letta e c’è mera strumentalità», la replica in riferimento ai dubbi esposti.

Il consigliere M5S non si è tirato indietro: «Questo è il suo modo di fare, denota una sua insicurezza di base se deve sempre alzare i toni. Denigra gli altri e le mie erano domande tecniche sul project. Se per il suo ego vuol sentirsi dire che è l’unico che è bravo e capisce, glielo dico. Ai miei occhi ciò è debolezza nell’affrontare gli altri». Finita così? Nemmeno per idea: «Sono insicuro? Non sceglierò lo psicoterapeuta che segue lei visti i risultati. Mi confronto se si conoscono i fatti, non quando si fa demagogia e si sollevano questioni generiche». A rimettere ordine e linearità ci ha pensato Grigioni: «In questa fase c’è uno scenario. Poi ci sarà l’acquisizione dei progetti/proposte e una bozza di Pef. Ora non si approva il piano economico-finanziario e il privato è libero di proporre investimenti diversi».

Infine una richiesta della Fabrizi in merito all’input delle organizzazioni sindacali e la risposta di Maggi: «Abbiamo già spiegato tutto a loro. Incontro urgente di cosa? Già ribadito. E le clausole di salvaguardia saranno nel bando. I sindacati pretendono che il servizio sia affidato ad Asm ed è impossibile». La sensazione è che la storia sarà lunga. C’è stato poi un confronto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali/Rsu presenti in Comune lunedì mattina e il sindaco Stefano Bandecchi, con le indicazioni inserite in un atto di indirizzo sulla necessità di specificare il numero di lavoratori, la clausola di salvaguardia sociale, il contratto unico del settore elettrico e il garantire modelli di gestione ai massimi livelli di sicurezza.
Terni, è di nuovo ‘maretta’ sulla pubblica illuminazione: Rsu chiede incontro urgente