
Per l’Afad è diversi cittadini rischia solo di diventare un nuovo ‘ghetto’, per il Comune è un’opportunità – anche economica – per offrire nuovi alloggi a famiglie giovani, spazi dove trascorrere le ore del giorno a circa cinquanta ragazzi disabili e un’occasione di riqualificazione in un’area oggettivamente degradata. Strutture che, una volta completate, spetterà all’Ater a gestire, in base alla legge regionale. Poi c’è chi – ladri e malintenzionati – sta facendo il possibile, da settimane, per complicare le attività di un cantiere già gravato da problemi e ritardi.

Raid Sì perché, a sentire i residenti e non solo, il cantiere di via San Lucio – dove il Comune sta riqualificando tre palazzine dismesse per una spesa complessiva di circa un milione e mezzo – è stato ‘visitato’ da ospiti, non proprio inattesi ma tutt’altro che graditi. Ladri che si sarebbero portati via decine fra sanitari (lavandini, bidet e così via), prese elettriche, infissi e molte altre cose per un valore di qualche migliaio di euro. Tutto materiale nuovo, in molti casi già montato e installato.

‘Presenze’ notturne Come se non bastasse, a questi si sarebbero aggiunti anche altri ‘ospiti’: persone – soprattutto sbandati e senza tetto – in cerca di un posto dove poter trascorrere le notti e ripararsi dal freddo dell’inverno. Anche per questo la ditta incaricata di eseguire l’intervento si è organizzata con un servizio di guardianìa il cui compito sarebbe quello di vigilare ed evitare, per quanto possibile, l’accesso di estranei malintenzionati.
Scontro all’orizzonte Furti e ritardi a parte, il destino degli edifici – la struttura diurna per disabili si sarebbe dovuta completare entro la scorsa estate mentre gli appartamenti e il ‘bibliobar’ erano attesi per la fine del 2015 – sembra in bilico. Perché chi aveva dato il suo assenso ‘condizionato’ – alcune associazioni disabili come Unmil e ‘Un volo per Anna’ – oggi non sembra più disposto ad altre aperture di credito verso il Comune. Anzi.
Altolà «In occasione del sopralluogo dello corso giugno – tuona il presidente regionale Unmil, Gianfranco Colasanti – avevamo consegnato un dettagliato dossier con tutte le modifiche strutturali per rendere la struttura il più possibile adeguata al compito, delicatissimo, di ospitare circa cinquanta giovani con gravi disabilità . Ad oggi non abbiamo ottenuto alcun riscontro dal Comune, dal Rup e dai tecnici interessati. Una cosa però deve essere chiara – aggiunge Colasanti -: nessuno si trasferirà qui se gli interventi non verranno eseguiti. E non ci faremo prendere in giro».
«Ora le risposte» «Il contesto sociale di questa zona è complesso, ma con alcuni accorgimenti, dalle modifiche strutturali alla creazione di un ‘giardino sociale’ vista l’assenza di spazi verdi nella struttura, si sarebbe potuto rendere il tutto più adatto alle esigenze dei giovani ospiti. Questi obiettivi ci sembrano lontanissimi – spiega il presidente dell’Unmil – ma gli impegni vanno rispettati e pretendiamo risposte. Perché non si può pensare solo ai bilanci e ai conti, trascurando il resto. Vogliamo evitare che i ragazzi finiscano in una struttura inadeguata e siamo pronti a dare battaglia». All’orizzonte, un’audizione urgente con la commissione consiliare competente.