Terni, scontro Comune-Wayap sul canone per pubblicità: accordo da 25 mila euro, via il Tar

Transazione tra le parti dopo la pioggia di ricorsi depositati dalla società. Di mezzo la viabilità e le sanzioni

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di S.F.

Un bel po’ di scambi formali, poi la valanga di ricorsi al Tar Umbria depositati dalla società e ora l’accordo che, salvo sorprese, chiude la curiosa contesa. C’è la transazione tra il Comune di Terni e la Wayap srl sullo scontro per la concessione di suolo pubblico per gli impianti pubblicitari ed il pagamento del canone unico: le firme valgono una cifra da 25 mila euro. La bagarre ha interessato diverse direzioni considerando la tematica.

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A destra il dirigente Bedini

Bene, cosa è successo? In estrema sintesi la Wayap – non è la prima volta che la società si muove al Tar contro il Comune di Terni – nel corso del 2023 ha presentato una serie di richieste per il rinnovo delle concessioni di suolo pubblico per gli impianti pubblicitari. In risposta, dall’ufficio viabilità della polizia Locale è partito (tra fine 2023 e inizio 2024) l’input di sottoscrivere il disciplinare con tanto di attestazione del versamento del canone concessorio e la regolarità dei precedenti canoni per il 2021 e il 2022. Poi altro giro di note dove alla Wayap è stato fatto presente che «non ha ottemperato alla richiesta di integrazione». Non solo: «Considerata l’ormai avvenuta decorrenza dei termini, si ritiene che la stessa debba intendersi non più valida e pertanto si procede alla sua archiviazione».

GENNAIO 2024, IL TAR BOCCIA LA WAYAP. ESULTA IL COMUNE

Ed ecco la contesa. La Wayap a questo punto – 23 febbraio e 30 aprile 2024 – ha eccepito il fatto che il canone concessorio richiesto dal Comune non era dovuto perché il canone unico patrimoniale istituito nel 2019 aveva sostituito il canone patrimoniale richiesto. Dopodiché la società si è attivata al Tar contro palazzo Spada e Ica per l’annullamento delle note di archiviazione dell’ufficio viabilità della direzione guidata dal dirigente Claudio Bedini. Discreto problema. C’è stato poi un incontro tra le parti per trovare una soluzione bonaria. Nel contempo la Wayap ha richiesto l’annullamento in autotutela delle varie comunicazioni e la riapertura dei procedimenti di occupazione di suolo pubblico con contestuale stop ai verbali legati al codice della strada.

Alla fine c’è stata la proposta di risoluzione transattiva per il 2024 da 20 mila euro, «corrispondenti ad una maggiorazione del canone unico patrimoniale del 44%, a saldo invariato rispetto al precedente canone di concessione dell’occupazione di suolo pubblico». La chiusura è arrivata a quota 25 mila euro «a stralcio e saldo delle pregresse annualità 2021,2022,2023 ed a tutto il 2024, non considera l’annullamento delle sanzioni del codice della strada». Transazione e scontro al Tar che si ferma. Questione di 25 mila euro.

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