Terni, Staino: c’è chi alza la voce. «Bandecchi sa?»

A muoversi per la nota situazione urbanistica è la Tac Costruzioni srl

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Il tema è noto da anni e ora c’è chi alza la voce per esprimere la propria contrarietà in merito agli sviluppi. Si tratta della Tac Costruzioni srl di Perugia – legale rappresentante Alberto Brocani -, una delle società che di recente si è mossa al Tar per contestare la variante al Prg durante l’era Latini. Poi revocata dall’amministrazione Bandecchi. Bene, cosa è successo?

della Tac Costruzioni srl

Il sindaco lo sa che il Comune di Terni preferisce distruggere ettari di verde in pieno centro per non rimediare ai propri errori urbanistici danneggiando l’intera collettività?

GENNAIO 2022, LA GIUNTA LATINI E LA VARIANTE STAINO
MAGGIO 2022, RICORSO AL TAR PER LA VARIANTE: TAC COSTRUZIONI E SMILE

L’attività florovivaistica Brocani è presente nella Regione Umbria sin dal 1894, data in cui il fondatore Antonio Brocani decise di aprire un punto vendita anche nella Regione Umbria. Nel 1956 l’azienda si sviluppò con un nuovo insediamento nella città di Terni, nella zona ‘Vocabolo Staino’ e negli anni 1970 si ampliò con l’attività commerciale di giardinaggio. Nel 2002 l’allora titolare Giampaolo Brocani, al fine di poter ingrandire l’attività commerciale, inoltrò una richiesta all’amministrazione comunale rappresentando la necessità di ampliare l’attuale Garden con un importante sviluppo occupazionale.

LA PERENNE ‘MARETTA’ URBANISTICA PER VOCABOLO STAINO

Il 28 febbraio 2002 l’amministrazione con delibera di giunta comunale numero 60, nel prendere atto della proposta avanzata dalla ditta Brocani, deliberava ‘… che la proposta di piano di ristrutturazione aziendale della ditta Brocani con sede in vocabolo Staino venga esaminata e valutata nell’ambito della redazione di Prg’. Nel 2004 veniva adottato il nuovo Prg, che tuttavia per un sostanziale errore collocava i volumi richiesti dal dottor Brocani nella zona a verde ‘in produzione vivaistica’ i luogo della zona dove esisteva già l’edificato da ampliare e riqualificare.

GENNAIO 2024, LA GIUNTA BANDECCHI REVOCA LA VARIANTE

Venivano presentate osservazioni al Prg poi respinte con la seguente motivazione: ‘… la richiesta è in contrasto con l’obiettivo di piano di arrivare al definitivo completamento del parco cittadino dello Staino attraverso il meccanismo della perequazione…’. In realtà, se il ‘vero’ obiettivo fosse stato realmente il completamento del parco cittadino, non avrebbe avuto alcun senso la volontà poi espressa nel 2002 dalla giunta di inserire le volumetrie in un vivaio di produzione centenario, mentre più plausibile appare l’intento di danneggiare l’attività nell’ipotetico ed apparente vantaggio della concorrenza. Dopo anni di proposte mai accolte, Brocani si vedeva costretto a dover chiudere un ramo dell’attività ‘il punto vendita di giardinaggio’ per la sopraggiunta impossibilità di ristrutturarlo essendo nel tempo divenuto obsoleto.

2023, PIANO ALIENAZIONI: VIA LO STAINO

Nel 2008 la situazione urbanistica del parco/vivaio dello Staino viene ulteriormente aggravata da una variante all’adozione del Prg, che introduce la previsione di importanti assi viari ricadenti nell’area di sedime del vivaio di produzione. Ulteriore conferma che non ricorreva e non ricorre alcun interesse della PA nella tutela delle aree verdi e/o del sedicente parco….‘cittadino dello Staino’… Brocani e le sue aziende ricorrono al Tar contestando, oltre il danno già subito, anche l’inattuabilità dei programmi edificatori per effetto delle nuove previsioni viarie di piano.

2019, IL BISTICCIO TRA CONSIGLIERI PER VOCABOLO STAINO

Previsioni inattuabili per incompatibilità altimetrica e per i vincoli idraulici sottostanti, che rendono impossibile il programma edificatorio. Nel 2014 e 2015 dopo anni di concertazione vengono inoltrate due soluzioni dalla proprietà che appaiono essere gradite all’amministrazione, al punto di indurre la proprietà a rinunciare (come atto di fiducia) al ricorso pendente al Tar; dopo la rinuncia viene disattesa ogni proposta, tanto che l’attività vivaistica e quella di costruzioni rimangono in un limbo senza fine. Il 31 luglio 2015 con Dgc 257 viene confermata formalmente dalla PA…‘l’inattuabilità dei programmi edificatori dando mandato agli uffici tecnici di redigere apposita variante…’.  La variante, sebbene predisposta dagli uffici tecnici, non approdò mai al consiglio comunale.

Il 31 gennaio 2022 viene adottata dalla PA una variante delle sole aree Staino di proprietà del Comune, lasciando confinate le aree ‘Brocani’ in un eterno limbo. Il 12 febbraio 2024 l’amministrazione, con Dcc 20, revoca la variante per le aree Staino, ritenendola inattuabile, e confermando per tabulas l’incoerenza e l’inadeguatezza delle pianificazioni urbanistiche comunali. A distanza di ben 20 anni l’Ente non è stato in grado di porre rimedio all’errore commesso nelle aree Brocani, inibendo la possibilità in capo alla proprietà di attuare un serio piano di rigenerazione urbana con il pieno soddisfacimento degli interessi collettivi proposti dai soggetti attuatori.

Nei 20 anni trascorsi l’Ente ha preteso ed incassato dalla proprietà importanti tributi in ragione dell’edificabilità delle aree, vessando la proprietà con ulteriori richieste di maggiori importi originati da annuali accertamenti della base imponibile sino a giungere a richieste per l’annualità 2008 e 2009 a basi imponibili pari a circa 1 milione di euro, con l’apparente intento di far maturare sanzioni ed interessi che notoriamente costituiscono il vero ‘Core Business delle entrate di
Comuni’.

In data 29 gennaio 2024 la proprietà, nello sconforto per l’evidente impossibilità di far valere le proprie ragioni in ambito tributario, raggiunge un accordo per la
chiusura dei contenziosi degli ultimi quindici anni impegnandosi a pagare ulteriori tributi e sanzioni oltre a quanto sempre ed annualmente onorato, nell’auspicio della definizione anche dell’errore urbanistico.

In data 13 marzo 2024 nella riunione tenutati presso l’uffici comunali viene ribadito dall’ufficio urbanistica (architetto Bedini) in presenza della parte politica l’assessore all’urbanistica (ingegnere Iapadre) che l’edificabilità deve essere esercitata nella zona dove attualmente è presente il vivaio, confermando di fatto la volontà dell’Ente di voler distruggere un vivaio centenario per l’apparente incapacità degli uffici urbanistici e della parte politica nel porre rimedio all’errore commesso invece di dar vita ad una valida rigenerazione urbana di un’area già compromessa dall’edificazione sin dal 1956.

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