«Denunciami merdone. Merda umana, non mi fai entrare? E devi ringraziare Gesù Cristo se non ti dò una capocciata, hai capito?». Il video, diffuso su Tik-Tok, è stato girato qualche giorno fa all’esterno di una discoteca di Terni e immortala un avventore ‘su di giri’ che se la prende con un addetto alla sicurezza del locale. Scene che periodicamente si ripetono, a volte seguite da veri e propri gesti violenti che superano gli attacchi verbali, e che mettono a dura prova la pazienza e la professionalità degli addetti in questione.
«Non accadono solo aggressioni ai danni delle forze dell’ordine – osserva un addetto ai lavori alla luce dell’episodio – ma anche ad una categoria sempre in prima linea e troppo spesso dimenticata dallo Stato, quella degli operatori di security nelle discoteche e negli eventi in generale. Gli operatori si trovano a dover fronteggiare situazioni molto pericolose e molto pesanti senza che vi sia una normativa ben chiara sulla loro difesa personale e che li metta in condizione di non perdere il ‘Decreto’ a seguito di una possibile denuncia. Denuncia che, peraltro, è molto facile prendere quando si difende l’incolumità altrui da qualche aggressore, spesso alterato da alcol e sostanze stupefacenti. I gestori – osserva l’addetto ai lavori che preferisce l’anonimato – si impegnano al massimo per la risoluzione del problema, inserendo all’interno delle attività un numero adeguato di addetti per mantenere l’ordine. La legge però recita che dovrebbero solo segnalare e chiamare le autorità competenti in caso di risse o disordini, ma la situazione e il buonsenso spesso impongono agli operatori di difendere chi si trova in pericolo, esponendosi a rischi legali e di incolumità fisica personale, senza alcuna tutela. Gli operatori alla fine sono di fronte a una scelta: o fare finta di nulla, evitando una denuncia ma mettendo a rischio l’incolumità delle persone, o agire ma rischiando la denuncia. Non mi sembrano due belle alternative».