Con questo striscione è iniziato lunedì mattina, sotto la sede della regione Umbria, il presidio dei precari del terremoto, una trentina di lavoratori assunti con la legge 61 del 1998 in servizio in vari comuni dell’Umbria, da Nocera a Vallo di Nera, da Valtopina a Monte Santa Maria Tiberina.
Presidio Dopo anni di rinnovi e di proroghe, il loro contratto scade il 31 dicembre e i dipendenti chiedono una stabilizzazione definitiva. La protesta, promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, è finalizzata ad evidenziare l’assoluta necessità di una norma che garantisca la stabilizzazione di questi lavoratori, si legge in una nota della Cgil Umbria, ormai da 20 anni impiegati presso le amministrazioni comunali e in attesa, ancora, di una risposta certa.
PARLA UN PRECARIO – L’INTERVISTA

Consiglio regionale Già domani, intanto, i dipendenti dovrebbero essere ricevuti in consiglio regionale con la speranza, dicono, che la politica riesca a trovare una soluzione alla vicenda. «Ad oggi – racconta Gabriele De Dominicis – dopo quasi 20 anni, siamo ancora tutti precari. Siamo qui per sollecitare la Regione ad occuparsi di noi». Nel corso della mattinata i lavoratori riuniti in presidio hanno ricevuto la visita dei consiglieri regionali Andrea Smacchi, Pd, ed Emanuele Fiorini della Lega nord. «La nostra intenzione è quella di risolvere la situazione di precarietà di questi trenta lavoratori, ormai da anni in una condizione di incertezza e instabilità lavorativa –riferisce Smacchi – Il loro presidio andrà avanti tutta la settimana e contestualmente è stato richiesto da parte loro un incontro con l’Assemblea legislativa, convocata per domani, al fine di studiare una soluzione che possa mettere fine ad una condizione di incertezza, che va avanti da 17 anni».