di G.N.
È l’unione delle idee, dei progetti, dei programmi a fare la forza della triplice Verini-Pensi-Meloni: mercoledì mattina, nella sede del Pd di Perugia, è stata ufficializzata quella che il deputato Walter Verini ha definito «la squadra», capace di «aprire le porte a un nuovo partito che sia inclusivo e che si occupi dei problemi della gente». Obiettivo è ‘conquistare’ la segreteria regionale dei Democratici: battaglia congressuale con Gianpiero Bocci, sostenuto anche da Catiuscia Marini.
Lavorare per far respirare il partito
Verini ha detto di «non sentirsi alternativo a Pensi, ma di essere l’allenatore, anche per esperienza, di una squadra. Non ho nulla da promettere, se non la certezza di doverci rimboccare le maniche per far respirare questo partito».
La telefonata che ha cambiato la corsa alla segreteria
«Martedì sera – ha detto il parlamentare tifernate – mi è arrivata la telefonata con cui mi veniva comunicata la decisione di Andrea, Simona e della rete di fare un passo laterale per proseguire insieme».
A unire, la condivisione di programmi, di contenuti
«Ho letto il documento programmatico di Rigenerazione Democratica e, tranne alcune considerazioni su cui è bene e giusto discutere, lo sottoscrivo tutto. Il nostro rinnovamento si basa sui contenuti».
Giovani e meno giovani, l’obiettivo è la creazione di una successione
«Essere meno giovani e più esperti, e viceversa, non è né un merito, né una colpa. È una condizione. Io sto creando le condizioni per una successione alla guida di un partito che sappia dare risposte a chi, in passato, non le ha più trovate».
Le diversità, una ricchezza
«Non ci devono essere ‘yes man’ o ‘yes woman’ – ha aggiunto Verini -, le diversità sono un punto di forza. Pensi non si è ritirato dalla corsa, ma i due affluenti sono confluiti in un unico progetto».
La segreteria regionale vista da Verini
«Se diventerò segretario, Andrea sarà il mio vicesegretario e Francesco De Rebotti, sindaco di Narni e presidente Anci Umbria, l’artefice di questa operazione, dovrà avere un ruolo apicale come Simona (Meloni, ndR). Presenteremo linee programmatiche studiate non al chiuso del partito, ma come risultato di un viaggio fra i circoli, le associazioni, il mondo delle imprese e del volontariato, la società civile, la gente, programmi solidi con radici solide».
Perché votare Verini?
«Perché se non vogliamo essere presi a calci nel sedere da Lega e Cinque Stelle dobbiamo essere noi a cambiare. La migliore sinistra non è quella che ha avuto paura, ma quella che ha avuto coraggio e se si parla ancora di Berlinguer è perchè lui ha avuto coraggio. La sinistra è cambiamento, è uguaglianza e libertà. Ero in sala parto quando è nato il Pd e vorrei dare una mano a riprendere quell’ispirazione».
Pensi e la fase ‘movimentista’
Per Andrea Pensi «serve una fase movimentista, che ci consenta di recuperare una mobilitazione forte sui nostri temi, sull’equità, sull’Europa, sui diritti». Simona Meloni ha precisato che «io e Andrea abbiamo fatto un passo laterale per farne due avanti». De Rebotti, definito l’artefice dell’operazione, si è detto soddisfatto: «Credo che il Pd possa recuperare una guida autorevole e innovativa e che potrà mettersi di fronte alla società diminuendo la spocchia e rimanendo a disposizione. Il Pd di Perugia e il suo percorso per le amministrative possono rappresentare un modello».