Umbria: «Trasporti da sud America»

Andrea Liberati (M5S) boccia il Freccialink e propone «il Freccia – quello vero – in luogo dell’Intercity ‘Tacito’: per una nuova valorizzazione del nostro patrimonio»

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Andrea Liberati

Andrea Liberati

di Andrea Liberati
M5S Regione Umbria

La mobilità sudamericana sbarca a Perugia. Prosegue l’involuzione del trasporto regionale, tra strade-groviera e aeroporti falliti. Tutto riparte da una riverniciata degli autobus coi toni grigio-rossi del Freccia: si chiama Freccia-link. Poi si scopre che il torpedone medesimo collegherebbe Perugia con Firenze in ben due ore e cinque minuti: il ‘Tacito’, un Intercity, già oggi impiega solo un’ora e mezzo, pur fermandosi a Terontola e ad Arezzo.

Alcuni degli stessi RV, regionali veloci, arrivano nella città dei Medici in due ore e due minuti, sebbene con molteplici stop tra Magione, Passignano, Terontola, Castiglion Fiorentino, Arezzo, Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Figline e Firenze Campo di Marte! L’Alta Velocità si lega in tutta Europa all’aereo, non certo al bus. Alcuni esperti, tra cui il Comitato ‘Ultimo Treno’, hanno correttamente osservato che, col sistema Freccia/bus, da Assisi a Firenze occorreranno due ore e 40 minuti; da Foligno ben tre ore e 15 minuti; da Terni quattro ore e 15 minuti, quando con un Freccia si arriva a Milano con lo stesso tempo!

Così, mentre si moltiplicano gli autobus e, conseguentemente, l’inquinamento, Perugia resta l’unico capoluogo popoloso di Regione NON servito da treni ‘Freccia’, senza dimenticare l’assenza di qualsiasi minimo raddoppio dei binari tra Foligno e Terontola: siamo nelle stesse condizioni di fine ‘800, salvo l’elettrificazione. La scelta odierna di Trenitalia e Regione Umbria rafforza il secolare isolamento ferroviario di questo territorio, come se il nostro fosse un fortino da espugnare. Stanno venendo al pettine i nodi del pluridecennale immobilismo dell’Umbria, tanto sul ferro, quanto sulla gomma e sulla mobilità aerea.

Eppure, dopo la seconda metà dell’ ‘800, fummo beneficiari di ingentissimi investimenti ferroviari per collegarci verso tutte le direttrici: stiamo ancora fruendo di quelle scelte e di quelle intuizioni, senza implementare alcunché di nuovo. Il Freccia-link rappresenterà dunque l’ennesimo fallimento annunciato delle politiche trasportistiche regionali e interregionali, quando, invece, per iniziare a cambiare, basta sperimentare il Freccia -quello vero- in luogo dell’Intercity ‘Tacito’: improvvisamente ci si accorgerebbe che, in piena comodità e sicurezza, saremmo a tre ore da Milano, due da Bologna, una da Firenze, avvicinando l’Umbria a insperate possibilità di business, di attrattività turistica, commerciale, produttiva, ma anche accademica, per una nuova valorizzazione del nostro patrimonio anche culturale.

Quel che viceversa si sta facendo è il contrario. In alcuni casi nemmeno provvediamo alla manutenzione ordinaria: in questo globale arretramento, autentica infantilizzazione della politica, nessuno si stupisca allora se, dopo la mobilità sudamericana, un giorno non lontano torneremo direttamente al triciclo a pedali, ovviamente ben riverniciato!

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