Trecento bambini da Roma ad Assisi per lanciare al mondo un grido di pace, attraverso una camminata fra canti, striscioni e flash mob conclusivo nella piazza inferiore di San Francesco. Una sorta di mini marcia della pace si è svolta mercoledì mattina in città, con protagonisti studenti di tutte le classi della scuola primaria dell’istituto comprensivo ‘Carlo Levi’ di Roma, a conclusione di un progetto didattico finalizzato a promuovere la diffusione di valori come pace, giustizia, diritti umani, uguaglianza, non violenza e riconciliazione, attraverso pratiche di insegnamento e apprendimento partecipative, inclusive e cooperative.
Il gruppo, composto da bambini fra 6 e 11 anni e accompagnato da circa quaranta docenti, è stato accolto dal sindaco facente funzione Valter Stoppini, dalla presidente del consiglio comunale Donatella Casciarri e dal consigliere comunale Loredana Pizziconi. La piccola marcia della pace si svolta da piazza Giovanni Paolo II alla piazza inferiore della Basilica di San Francesco, dove i trecento studenti hanno dato vita alla parola ‘Pace’ disponendosi in modo tale da renderla leggibile dall’alto. Da qui hanno poi lanciato il grido ‘La pace si può’ e fatto festa con canti e disegni legati al tema. All’evento è intervenuto anche fra Raphael Normanno, coordinatore della Basilica di San Francesco.
«Grazie – ha detto Stoppini – per il vostro grido di speranza, che invita tutti noi a rafforzare l’impegno quotidiano nella costruzione di azioni di pace. Vi ringraziamo anche per aver scelto Assisi, città della pace e del dialogo, come simbolo e testimone di un progetto così importante, teso a coltivare valori fondamentali per costruire un mondo migliore. Il vostro entusiasmo ci dice che non dobbiamo arrenderci e che la pace è davvero possibile». A tutte le classi partecipanti è stata, quindi, donata una riproduzione del gonfalone della città.
Ai trecento marciatori è giunto anche un messaggio di Maria Rodrigues de Oliveira, neo eletta sindaco del consiglio comunale dei ragazzi di Assisi, organo partecipativo dei giovani che frequentano le scuole primarie e secondarie della città, finalizzato a favorirne la presenza nella vita pubblica locale. «Quando pensiamo alla pace – ha scritto in una lettera di saluto – spesso immaginiamo grandi leader o eventi internazionali, ma in realtà la pace inizia in ognuno di noi già da quando siamo bambini. Costruire la pace significa infatti imparare a rispettare gli altri, a risolvere i conflitti con gentilezza e a scegliere ogni giorno di essere più comprensivi».