È stata un’ennesima settimana di passione, per i pendolari umbri e in particolare ternani, la prima di giugno, a causa di ritardi, cancellazioni e riprogrammazioni dei treni tra Roma e Terni e viceversa. Un copione purtroppo già visto infinite volte – soprattutto in questo mese di cantieri sulla linea Roma-Ancona – ma che ha trovato il suo apice venerdì mattina, quando il treno partito alle 6.57 da Terni è arrivato nella Capitale con 60 minuti di ritardo e quello successivo delle 7.41 è stato soppresso. Il treno delle 9.30 da Termini a Terni – affollato anche di turisti – ha invece fermato la corsa a Orte (organizzati dei bus sostitutivi per arrivare nella città dell’Acciaio). Il grido che si alza dai pendolari è unanime: «Non ce la facciamo più».
Ma andiamo per ordine. «Lunedì – segnala a UmbriaOn una pendolare – il treno delle 21.02 da Roma Termini a Terni 30 minuti di ritardo. Mercoledì il treno delle 17.02 soppresso. Quello delle 18.31, una volta arrivato ad Orte, ha fatto scendere i passeggeri per aspettare il 19.02 in arrivo da Roma (in ritardo) con il risultato di essere giunti in Conca alle ore 21.10». Oltre due ore e mezza per fare un tragitto che si fa in un’ora. «Giovedì, da Roma a Terni, treno delle 15.46 partito da Tiburtina anziché da Termini, senza ovviamente annuncio di nessun tipo. Il treno delle 17.02 soppresso, il treno delle 18.02 in linea lenta (dunque con tempi di percorrenza superiori di circa 30 minuti, ndr). Venerdì il treno delle 6.57, 60 minuti di ritardo (anche questo instradato in lenta). Il treno delle 7.41 soppresso causa riposo del personale di bordo dovuto ai ritardi del giorno prima». Brutta sorpresa, come detto, anche per chi è partito da Roma Termini col treno delle 9.30.
«Crediamo non ci siano commenti ulteriori da fare in merito» commenta la pendolare a nome anche dei suoi ‘compagni di sventura’. «Siamo in un burnout da pendolarismo senza precedenti. Un misto tra rassegnazione e rabbia, senza un minimo di supporto da parte di una qualsiasi istituzione che sollevi in modo deciso, forte, pregnante e rumoroso il disagio, lo strazio, l’alienazione psicologica che siamo costretti a vivere ogni giorno. Lavoratori, studenti, turisti. Chiunque abbia la tremenda sciagura di dover usufruire di un treno a marchio FS per raggiungere Roma».
Trenitalia replica e spiega che «ieri (giovedì, ndR) c’è stato un problema legato ai ritardi maturati di sera per presenza estranei in linea nel nodo di Roma. Ma questa mattina (venerdì, ndR) da Terni sono partiti tutti i treni previsti: 4539 5.30 arrivato a Roma in orario, 34847 6.26 arrivato in orario, 34703 7.02 (straordinario fatto con origine da Terni in sostituzione del 4263 da Rieti) arrivato in orario, treno straordinario ore 7.59 (con treno blues) arrivato alle 9.13 a Roma».
Così l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti Enrico Melasecche: «Comprendo appieno i disagi dei pendolari e ribadisco che il nostro impegno verso Trenitalia e RFI è massimo. Sono convinto che a stretto giro, con la riapertura da lunedì della Orte-Falconara dopo lavori che definire ‘epocali’ è doveroso, la situazione migliorerà. Accade che problemi anche relativamente lontani dall’Umbria, si riverberino sulle nostre linee con disagi per i tanti che ogni giorno le utilizzano. RFI e Trenitalia è bene che continuino a dispiegare il massimo impegno; da parte nostra, oltre ad un monitoraggio costante, c’è la necessità di condurre in porto alcuni interventi decisivi. Per la Orte-Falconara, ci siamo. Per i lavori FCU fra Perugia-Sant’Anna e Città di Castello, siamo pronti ed entro settembre vedranno la luce. Gli altri impegni, su alta velocità e organizzazione, continueranno a vederci in prima linea come è stato finora. Inoltre – conclude l’assessore regionale – con i dodici treni Alstom da 200 km/h che abbiamo ordinato e la cui consegna avverrà nel 2025, i primi tre, nel 2026 gli altri nove, migliorerà sicuramente la situazione con ingresso certo in direttissima, cosa che oggi troppo frequentemente non avviene con gli attuali vecchi locomotori da 160 km/h».