C’era un’ordinanza sindacale di sgombero pendente sul capannone bruciato nella notte, dove ha perso la vita Said Rakrak, marocchino 55enne, originario di Casablanca. Ordinanza mai eseguita, evidentemente. Lo sapevano tutti che quei due uomini vivevano lì, ma nessuno faceva nulla. L’altro – K.E., 39 anni, connazionale della vittima – è ora sottoposto a fermo di polizia con l’accusa di omicidio come conseguenza di altri reati.

Due litigi I due uomini, stando a quanto si apprende, vivevano all’interno di un capannone abbandonato in via Emilia, alla periferia di Umbertide. Fra i due sarebbe scoppiata una lite consumata in due momenti: nel pomeriggio di martedì ci sarebbe stata una prima colluttazione, nella quale uno dei due, il più giovane, avrebbe riportato una ferita alla testa. Poi, in serata, la seconda tappa: per vendicarsi, K.E. avrebbe chiuso a chiave il capannone e appiccato il fuoco alla porta di legno della struttura, probabilmente con dell’alcol. Ma qualcosa è andato storto e le fiamme hanno avvolto rapidamente l’intera struttura, diventata una trappola mortale per Said.
La confessione a metà Fermato dai Carabinieri, il giovane marocchino, dopo essere stato medicato per le ferite, ha confermato la dinamica, ma ha assicurato di aver visto il compagno fuggire dal capannone prima che l’incendio divampasse. Purtroppo non è andata così. Non si sa se si tratti di una bugia per coprire le proprie responsabilità oppure se il giovane accusato fosse alterato dai fumi dell’alcol. Spetterà agli inquirenti capirlo.

Immobile sequestrato Resta l’ennesima tragedia e soprattutto l’ennesima notizia di cronaca che coinvolge immigrati e che, inevitabilmente, farà divampare le polemiche sul tema, peraltro in uno dei comuni che alle ultime elezioni ha visto trionfare proprio la Lega. Proprio dall’amministrazione comunale una nota informa che l’immobile – ora sottoposto a sequestro probatorio penale – è stato oggetto di apposita ordinanza sindacale contingibile ed urgente di messa in sicurezza. Il sindaco Luca Carizia si è recato sul posto non appena saputo della tragedia.
Mancini: «Espulsioni» La prima di reazione – non a caso – è stata del consigliere regionale Valerio Mancini, già nella nottata: «In attesa di ulteriori notizie sembrerebbe che la struttura adiacente al centro culturale di via Battisti sia stata l’ennesimo teatro di una violenta rissa tra extracomunitari. Dopo i fatti di Città di Castello la scorsa settimana, ancora extra comunitari protagonisti della cronaca locale. Mi chiedo dove sia l’integrazione che la sinistra tanto decanta? Bene fa il nostro Matteo Salvini a chiudere i porti. Per quanto mi riguarda blocco immediato delle moschee in Umbria ed espulsione diretta di certi soggetti».