Esteso per tutto il 2018 l’assegno di cura mensile di 1.200 euro per potenziare l’assistenza a domicilio a favore di persone con gravissime patologie invalidanti (associate a malattia rara) e confermato il contributo mensile di 600 euro per soggetti con grave o gravissima disabilitĂ non associata a malattia rara; due misure introdotte, per la prima volta in Umbria, a decorrere dal 2017.
Potenziato il centro Sla Queste le misure annunciate dall’assessore regionale alla sanitĂ Luca Barberini, che ha anche confermato l’intenzione di erogare un contributo contributo di 100 mila euro a favore dell’azienda ospedaliera di Perugia per l’espletamento delle attivitĂ del centro di riferimento regionale per le persone affette da sclerosi laterale amiotrofica (Sla), individuato nella struttura complessa di neurofisiopatologia. Potenziata così l’attivitĂ del centro che opera attraverso un team multidisciplinare per garantire appropriatezza dell’iter diagnostico, terapeutico, riabilitativo ed assistenziale anche a domicilio della malattia.
«Vicini ai malati e alle famiglie» «Questi interventi – spiega l’assessore Barberini – rappresentano ulteriori tasselli dell’impegno del sistema sociosanitario umbro verso chi si trova in situazioni di maggiore difficoltĂ . Si tratta di un modo per essere vicini non soltanto alle persone malate, ma anche alle loro famiglie che si fanno carico di curarle quotidianamente a casa, in situazioni molto complesse. L’obiettivo è garantire un’assistenza di qualitĂ salvaguardando la domiciliaritĂ , cioè il mantenimento del soggetto con grave patologia nel proprio ambiente di vita, sostenendo la risorsa rappresentata dalla famiglia».
I complimenti di Squarta Per questo provvedimento arrivano alla maggioranza anche gli apprezzamenti della minoranza di centrodestra, in particolare attraverso il portavoce Marco Squarta (FdI), che esprime soddisfazione per le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale: «Le battaglie che noi, con forza, abbiamo portato avanti fino a questo momento sono state indispensabili per i pazienti affetti da queste gravi patologie, e necessarie per i loro familiari, costretti a grandi sacrifici nella gestione della sofferenza e della malattia. L’assistenza domiciliare risponde all’esigenza di cura e sollievo nell’ambiente familiare del paziente, luogo di affetti e di sicurezze». Infine, Squarta auspica che «questo genere di provvedimenti possano essere estesi
anche alle patologie gravi e gravissime, non necessariamente legate a malattia rara. Purtroppo – conclude – sono ancora troppe le persone costrette ad affrontare la propria condizione di salute senza alcun tipo di aiuto nell’assistenza domiciliare».