È la natura dei dati del monitoraggio della scorsa settimana a far ipotizzare la conferma del colore ‘arancione’ per l’Umbria, in relazione alle misure finalizzate al contenimento del Covid-19. Nella giornata di venerdì 29 gennaio la cabina di regia assegnerà le nuove classificazioni e, insieme all’Umbria, potrebbero essere ‘arancioni’ anche Sardegna, Puglia, Sicilia (attualmente ‘rossa’) e la provincia di Bolzano, quest’ultima ritenuta più in bilico fra ‘arancione’ e ‘rosso’. Il resto d’Italia sarebbe destinato a restare o transitare in ‘giallo’ anche se restano forti dubbi in tal senso per Lazio, Piemonte e Lombardia, ora ‘arancione’ e reduce dal pasticcio sull’indice RT.
Perché
Le norme prevedono che una regione debba restare almeno due settimane in una determinata fascia di rischio (ovvero il colore), prima di poter passare a quella con meno restrizioni. Ciò a patto che per due monitoraggi consecutivi faccia registrare dati compatibili con la nuova classificazione. L’ultima – datata 22 gennaio – vedeva l’Umbria da ‘arancione’ (misura scattata il 17 gennaio) e ciò, in relazione alla norma, fa ipotizzare che sarà di nuovo questo, almeno per un’altra settimana, il contesto di rischio attribuito alla nostra regione. A pesare, nella classificazione originaria, non era stato tanto l’indice RT, poi ulteriormente diminuito con il passare dei giorni, quanto gli indicatori relativi alla percentuale di posti letto occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive. L’auspicio è che già dal 29 gennaio – in questo senso c’è attesa per ciò che dirà il monitoraggio nazionale – l’Umbria inizi ad intravedere una prospettiva da ‘giallo’, magari concretizzabile ad inizio febbraio.
COVID, UMBRIA A DUE VELOCITÀ: «’STRETTE’ SUI SINGOLI TERRITORI PER EVITARE LA ZONA ROSSA»