di Lando Loretoni
Presidente di Libera Caccia Umbria
‘Bracconieri’ è il termine più gentile tra quelli usati dal Wwf di Perugia per identificare i cacciatori della regione. Ai quali, come si può vedere dalla pagina social dell’associazione ambientalista, vengono associate parole quali ‘strage’, ‘sadismo’, ‘prova di virilità’, ‘patologia’. Parole che appaiono come un’istigazione all’odio indiscriminato verso i cacciatori.
A queste offese, che ci vengono rivolte continuamente, si aggiunge una vicenda che ha del clamoroso per come è stata strumentalizzata. Il Wwf ha infatti preso a pretesto un verbale elevato da una loro guardia giurata venatoria per infangare i cacciatori spoletini, in una nota, apparsa anche sulla stampa locale, che già dal titolo appare grottesca: ‘Protte di Spoleto come in Vietnam. In guerra con la natura’.
Il Wwf parla di presunti spari dalle finestre delle case della località spoletina (non confermati da alcuna denuncia formale, né tantomeno comprovati come paradossalmente ammette lo stesso Wwf). E ancora, racconta di un ‘seguace di Diana’ denunciato alla procura della Repubblica per aver abbattuto ‘tortore (plurale, ndr) dal collare’ al quale sarebbero stati sequestrati ‘fucile e munizioni’.
Ma non basta. Il Wwf racconta di fantomatici cacciatori in ‘precipitosa fuga nei campi’. E sempre a Protte, definito ‘luogo bollente’, di una sanzione di 612 euro comminata per ‘appostamento fisso abusivo con uso di richiami’. In un capanno che, come conferma un testimone che ha in quel punto la propria attività, è invece mobile e viene spesso spostato.
Peccato che in verità l’esercito in questione sia costituito da un solo cacciatore, un pensionato, che non aveva con sé cartucce, né è stato visto posizionare i richiami di cui parla il Wwf o sparare da un appostamento fisso. Un solo cacciatore, una persona mite e deliziosa che ha nella caccia la sua grande passione, che per motivi legati anche alla sua condizione personale può praticare solo nei pressi della sua abitazione, ovviamente nei luoghi consentiti. Altro che Vietnam!.
Il cacciatore in questione, attraverso l’assistenza legale della Libera Caccia, ha presentato ricorso contro la sanzione, per le evidenti incongruenze nell’accertamento, che ha portato alla revoca del sequestro del fucile ma non delle munizioni, semplicemente perché non le aveva. Ed anche sull’animale abbattuto, un unico esemplare, sembra non sia chiara la specie, come invece affermano le guardie del Wwf. Ma c’è di più. Nel ricorso, in via preliminare, chiediamo di compiere una serie di verifiche, formali e sostanziali, le quali potrebbero portare a clamorosi sviluppi.