La consigliera regionale Maria Grazia Carbonari (M5S) parla senza mezzi termini di «inchiesta esplosiva della
Corte dei conti sul disastro finanziario di Umbria Mobilità, che vedrebbe coinvolti 45 tra politici e dirigenti (che si affianca a quella della Procura di Perugia) apre scenari completamente nuovi e imprevedibili». Secondo Carbonari «questo, forse, spiega il fortissimo nervosismo della maggioranza verso la commissione d’inchiesta da noi istituita con le firme di tutta l’opposizione».
I retroscena Dopo il voto, ricorda la consigliera del M5S, «seguirono telefonate ‘concitate’ della presidente ad ogni membro della maggioranza, ed ora vuole cambiare le regole sulle commissioni d’inchiesta. Solo pochi giorni fa, la presidente Marini, mi dava del ‘villan che dorme’ quando chiedevo chiarimenti, dati alla mano, circa l’impiego di milioni di euro di ‘risorse pubbliche’ da parte di Umbria Mobilità. Una distruzione della cosa pubblica sotto gli occhi di tutti, che cittadini e dipendenti pagano ogni giorno, da anni».
«Politici arroganti» Maria Grazia Carbonari, poi, parla di «politici arroganti, con la presidente Marini in primis, da troppo tempo gestiscono la Regione in modo autoreferenziale, trattando la minoranza e persino le autorità di controllo con sufficienza, arroganza e fastidio, fino alle offese personali o ad atti puramente intimidatori, come mega-querele che hanno solo lo scopo (vano) di tappare la bocca a chi chiede legittimamente delle risposte su come viene gestita la cosa pubblica. Quel tipo di politica era tipico delle ex repubbliche democratiche di stampo comunista, dove comandava solo il segretario di partito e ogni controllo e opposizione era solo di facciata».
Le scuse L’esponente del M5S rincara la dose: «Dissi alla presidente Marini, dopo che mi aveva offeso, che avrei chiesto scusa se avessi avuto torto, anche se avevo i documenti sotto mano. Ora credo sia giusto che lo faccia lei. Nel frattempo, faremo tutto il possibile affinché la commissione d’inchiesta, nell’ambito delle proprie competenze, faccia piena luce su tutte le responsabilità politiche e amministrative del presente e del passato di questo disastro, di cui l’Umbria è vittima, facendo tutti i nomi di chi ne è responsabile».
La Lega Nord A fare da controcanto arrivano anche Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini (Lega Nord): «La Corte dei conti conferma ciò che la Lega denuncia da più di due anni: i fondi erogati da Regione e Provincia sono serviti esclusivamente per sopperire alle gravi carenze gestionali senza alcuna utile prospettiva futura e solo per fornire liquidità aggiuntiva alla società per permetterne la sopravvivenza».
«Colpa della sinistra» Mancini e Fiorini sottolineano che «la sinistra, ininterrottamente al governo di questa Regione da quasi 50 anni, non ha mai saputo immaginare un reale e sostenibile sviluppo dell’Umbria, condannandola all’assistenzialismo e all’isolamento. Questa cronica condizione si è ulteriormente aggravata negli anni della presidenza Marini che, di fronte alle nuove sfide di un mondo sempre più veloce ed esigente, non solo non ha assicurato all’Umbria lo sviluppo dell’aeroporto San Francesco e il collegamento con l’alta velocità, ma ha addirittura mandato in malora quel poco di buono che c’era».
«Dimissioni» I consiglieri leghisti ricordano «lo stato disastroso delle strade regionali e provinciali e il vero e proprio collasso dell’Fcu. Colpita in questi giorni dell’ennesimo provvedimento di rallentamento forzato dei convogli nel tratto Papiano-Todi per motivi di sicurezza, con i treni costretti, in alcuni tratti, a procedere quasi a passo d’uomo con un ulteriore allungamento dei tempi di percorrenza di quasi mezz’ora per pendolari e turisti. Di fronte a tutto questo, in ritardo non ci sono solo i treni, ma anche le dimissioni della Marini e di tutta la Giunta. È ora che la presidente se ne vada a casa e visto come ha ridotto il trasporto umbro le consigliamo di farlo a piedi. Chiederemo – concludono – una seduta monotematica dell’assemblea legislativa e l’immediata istituzione della commissione speciale».
Chiacchieroni, Rometti e Solinas «Le scelte compiute in merito ad Umbria Mobilità sono state motivate dalla tutela degli interessi dell’azienda, dalla salvaguardia dei suoi livelli occupazionali e dal rispetto del diritto dei cittadini umbri ad avere garantito un servizio di trasporto pubblico in tutta la regione. Questi sono stati gli unici obiettivi perseguiti nell’azione amministrativa della Regione Umbria». Questo il commento di Gianfranco
Chiacchieroni (capogruppo del Partito democratico), Silvano Rometti (capogruppo SeR) e Attilio Solinas (capogruppo Misto – Mdp), che spiegano come i gruppi consiliari di maggioranza abbiano «aderito alla iniziativa di
istituzione della Commissione di inchiesta su Umbria Mobilità perché non hanno nulla da nascondere. Anzi vorremmo approfondire tutti gli aspetti e le problematiche che sono state evidenziate. Vogliamo metterci al lavoro per far funzionare la Commissione di inchiesta e per dare così ulteriori risposte ai cittadini in termini di servizi e di
informazioni sull’azienda e sulle criticità riscontrate».
«Nessun atto notificato» I consiglieri di maggioranza del consiglio provinciale della consiliatura 2009-2014, però, fanno sapere che «allo stato attuale a nessuno di noi è stato notificato alcun atto dalla parte della procura della Corte dei conti. Se dovesse essere oggetto dell’attenzione della procura della Corte dei conti il prestito votato dalla maggioranza consiliare in consiglio provinciale nel 2013, è utile ribadire che quella delibera fu proposta dalla giunta provinciale e corredata da parere tecnico e contabile favorevole da parte della struttura della Provincia. Questa prevedeva il prestito di natura onerosa (con la restituzione con interesse all’ente pubblico erogante e con ulteriori garanzie finanziarie per lo stesso) in favore della società partecipata dalla Provincia e l’approvazione della medesima, successiva comunque all’avvenuta presentazione di un piano di ristrutturazione e rilancio dell’azienda, fu finalizzata unicamente alla tutela dei posti di lavoro e alla salvaguardia dell’esercizio ordinario dl trasporto pubblico della regione. Attendiamo fiduciosi l’esito di eventuale verifica da parte degli enti preposti».