Non solo dalla parte di Bocci o della presidente Marini. Nel Pd c’è anche altro. Tipo «un gruppo di iscritti e simpatizzanti preoccupanti e stanchi della situazione confusa e litigiosa» all’interno del partito.
La sinistra Pd Si sono riuniti sabato, nella sede di piazza della Repubblica con l’intento di dare un contributo positivo di idee e progetti e lavorare concretamente ad un partito inclusivo e riformatore. Né renziani né antirenziani, dicono gli appartenenti a quella sinistra del partito che vogliono un partito unito che metta al bando litigiosità e inutili personalismi per una «comunità dove la differenza di opinioni venga ricondotta a sintesi nel rispetto di tutte le sensibilità ».
Divisioni Un partito dove, dicono, «chi ricopre incarichi apicali si faccia garante di tutte le sensibilità e custode geloso della autonomia del partito dalle istituzioni e non lo usi come mezzo per altri incarichi, chiediamo un partito che restituisca potere decisionale ai tanti militanti ed elettori perplessi e smarriti e che esca dalla logica delle correnti ossificate per restituire il PD ai suoi legittimi proprietari, gli elettori, gli iscritti, i militanti».
Destra e sinistra In un’ottica di superamento del quadro delle alleanze politiche nazionali, frutto di emergenze più che di scelte strategiche, «i nostri valori – si legge ancora nel documento – stanno in un centro sinistra dove pari opportunità , lavoro, stato sociale, accoglienza, cultura, ambiente mal si coniugano con gruppi o partiti di centro destra. Perché la divisione, è vero, non è quella del novecento, ma la differenza tra destra e sinistra esiste ancora. In forme nuove, ma esiste». Per questo i militanti riuniti nella sede del Pd chiedono di avviare una discussione interna per poi estenderla al partito nazionale, regionale e provinciale e per contrastare quella ‘crisi di partecipazione’ che, negata solo da pochi, è dettata dalla limitatissima condivisione di molte delle scelte fatte, dalla ostinazione a perseguire strade percepite dalla maggioranza dei cittadini come inutili. «Dal 2008 a oggi il Pd in Umbria ha perso circa il 50% degli iscritti».
Proposte Tra le proposte lanciate dai militanti la riorganizzazione dei circoli, per passare da un’organizzazione piramidale alla creazione di una rete di comunità , la realizzazione di una banca dati dove schedare proposte e attività da sottoporre agli iscritti e ai dirigenti per rilanciare la democrazia interna allo stesso partito, un ‘luogo’ in cui gli iscritti tornino a partecipare alle scelte delle cariche, contribuiscano alla definizione della linea politica e vengano consultati attraverso pratiche partecipate e trasparenti. Inoltre la proposta è quella del superamento dei doppi incarichi, con una separazione tra partito e istituzioni e senza alcuna sovrapposizione automatica tra segretario e premier. E poi, ancora, trasparenza delle cariche e delle fondazioni o associazioni collegate e finanziamento del partito. Tra i primi firmatari della proposta: Accardi Lorenzo, Bazzucchi Sara, Bigini Morena, Bottoni Fabrizio, Brugiotti Giuseppino, Capaldini Tiziana, Chianella Antonello, Consolini Violeta Irina, Dattoli Sabino, Recchioni Luciano.