di Giovanni Cardarello
Le lancette dell’orologio, o se preferite i caratteri del display, scoccano inesorabili: è il conto alla rovescia che separa i cittadini dell’Umbria da tre date fondamentali. Parliamo, nello specifico, delle date in cui verranno prese le decisioni definitive rispetto alla manovra di bilancio e al relativo aumento delle tasse.
Le date sono quelle del 10 aprile, il giorno in cui l’assemblea legislativa della Regione Umbria è chiamata a votare la manovra di bilancio; del 15 aprile, l’ultima data utile per comunicare al Ministero dell’Economia e delle Finanza le nuove aliquote Irpef; e il 30 aprile quando verrà presa la decisione finale sul commissariamento.
La vicenda, come noto, prende le mosse dall’estratto della relazione della società privata KPMG e dipana il suo percorso tra l’occupazione dell’aula consiliare da parte dell’opposizione, la conferenza stampa della presidente Stefania Proietti, la replica dell’ex presidente Donatella Tesei, il confronto con sindacati e le parti datoriali, per non tacere dell’aspro confronto politico di contorno. Proviamo a mettere ordine partendo dai numeri.
L’estratto della relazione di KPMG – la versione definitiva arriverà solo il 30 aprile – parla di 243 milioni di euro di disavanzo, cifra che scende a circa 90 milioni sottraendo al montante i benefici della gestione centralizzata. Ed è su questa cifra che Stefania Proietti, e la sua maggioranza, tarano la prima versione della manovra di bilancio approvandola in giunta e in commissione bilancio. Una manovra che prevede l’aumento delle aliquote addizionali Irpef per i cittadini con reddito superiore a 15 mila euro, l’aumento del 10% del bollo auto e dello 0,5 dell’Irap.
Numeri che cambiano nella seconda versione della manovra, quella presentata nei tavoli di concertazione di lunedì 7 aprile. E cambiano perché il 3 aprile i tecnici del Mef confermano la presenza del disavanzo ma lo attestano a 73 milioni di euro, di cui solo 34 afferenti alla sanità regionale. I restanti 39 milioni sono relativi al fondo di dotazione. Per questo motivo la nuova versione della manovra scende da 90 a 52 milioni ed è così composta.
In primo luogo, sparisce completamente l’aumento del bollo auto, un aumento che avrebbe portato nelle casse della Regione Umbria circa 9 milioni di euro. Cambia, a valle della concertazione con le imprese, l’aumento dell’Irap che sarà dello 0,4% e non dello 0,5% come previsto. La nuova aliquota sarà del 4,3% e contribuirà alla manovra per 14 milioni di euro.
E soprattutto cambiano gli aumenti delle aliquote Irpef. Rispetto alla prima manovra dall’aumento delle tasse sulle persone fisiche, entreranno in Regione 38 milioni di euro contro i 63 previsti. E arriveranno dagli scaglioni sopra i 28 mila euro. Lo scaglione 28.001-50 mila euro di reddito avrà un aumento di tasse del 1,89%, passando da un’aliquota del 1,67% ad una del 3,12% ma con un bonus di 150 euro volto ad attenuare il peso dell’aumento. Lo scaglione sopra i 50 mila euro di reddito passa da 1,83% a 3,33%.
Buone notizie, invece, per i redditi più bassi. Lo scaglione sotto i 15 mila euro di reddito non avrà aumenti, resta ad 1,23%, mentre quello tra i 15.001 e i 28 mila euro vede una riduzione di 0,39% ed è equiparato ai redditi più bassi, passando così da 1,62% a 1,23%. La sostanza, quindi, è che per chi guadagna di più arriva una stangata: dai 50 mila euro in su, infatti, l’addizionale regionale è quasi raddoppiata.
Ora, se questi numeri saranno quelli che verranno inseriti nel provvedimento finale – ma se non sono precisi alla virgola, sono molto simili – si passa alle decisioni. E allo scontro politico. E qui vanno registrati due eventi non banali. Il primo riguarda le polemiche e gli insulti social che hanno investito la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti in ordine alla manovra di bilancio. Presidente che ha deciso di adire le vie legali consegnando alla polizia Postale oltre ottanta pagine di insulti tra il politico e il sessista.
«Il 95% sono uomini – ha dichiarato Proietti a Il Corriere della Sera -, non sono anonimi, molti li conosco». Alla presidente è arrivata la solidarietà di tutte le forze presenti in consiglio regionale, a partire dall’opposizione che ha diffuso a riguardo una nota: «Ribadiamo il nostro deciso e convinto ‘no’ all’odio, senza però rinunciare mai al confronto. Solidarietà senza ambiguità, ma non resteremo in silenzio in merito a ciò che riteniamo politicamente sbagliato».
E a tal proposito arriva il secondo evento, la scelta del centrodestra di presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Stefania Proietti ai sensi dell’articolo 71 dello Statuto della Regione Umbria e dell’articolo 101 del Regolamento interno dell’assemblea regionale. L’atto sottoscritto da tutti i consiglieri di minoranza, se calendarizzato, provocherebbe il blocco per 5 giorni della discussione d’aula facendo così scavallare la scadenza sopracitata del 15 aprile. La sensazione è che la maggioranza troverà il modo di votare prima della calendarizzazione per rendere inefficace l’operazione politica. Ma il sasso nello stagno è stato lanciato e gli effetti sono tutti da verificare nel concreto.