di P.C.
Lunga intervista della presidente Donatella Tesei a ‘Umbria Tv’, per spiegare la ratio del provvedimento che entra in vigore da lunedì e con cui la Regione Umbria ha stabilito l’attivazione di una zona rossa rafforzata nella provincia di Perugia e in 6 comuni del ternano.
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Preoccupazione e responsabilità
«C’è la consapevolezza – ha detto la Tesei – che stiamo facendo la cosa giusta, per noi ma anche per il resto d’Italia, essendo stati fra i primi a individuare le due varianti. Stiamo facendo un’azione che riguarda tutto il Paese. Sono consapevole che questo sacrificio è gravoso per i bimbi, per gli studenti, per le famiglie e per l’economia, sono convinta che questi risultati ci daranno risultati già dalla fine della prossima settimana. Invito tutti alla responsabilità dei comportamenti, che è indispensabile».
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Coinvolti anche i comuni confinanti
«Purtroppo abbiamo dovuto comprendere, in via preventiva, anche i comuni confinanti con quelli che sono maggiormente colpiti, usando la massima cautela possibile. Una soluzione che mi è stata prospettata dai tecnici della sanità, condivisa, con una serie di interlocuzioni a livello centrale, con l’Istituto Superiore della Sanità».
«Non è colpa di nessuno…»
«Questo virus è arrivato – ha aggiunto la presidente della Regione -, non è colpa di nessuno, anzi abbiamo avuto la capacità e la forza di individuarlo con velocità. E la sanità ha chiesto provvedimenti che io non ho fatto altro che trasfondere in una ordinanza regionale, concertandola con i sindaci dei comuni interessati. Non credo di essere perfetta. So però con assoluta certezza che abbiamo lavorato sempre per monitorare la situazione, ma se non partiamo da un dato incontrovertibile, e cioè che siamo stati colpiti da ben due varianti al momento sconosciute, non capiamo la situazione che si è venuta a determinare».
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«… ma c’è qualcuno che non si è comportato bene»
«È evidente che si sono create delle situazioni dei cluster familiare dovute anche a comportamenti non corretti e oggi alla luce dei dati, alla luce dell’analisi delle fasce di età che vengono colpite più di prima, abbiamo preso questa decisione».
65 ‘ZONE ROSSE’ IN UMBRIA – ORDINANZA E ALLEGATO SUI COMUNI DEL TERNANO (.PDF)
Perché anche le scuole dell’infanzia
«Queste varianti colpiscono anche le fasce più giovani della popolazione – ha chiarito la Tesei -, addirittura i bambini piccoli, che portano il virus nelle famiglie. Per questo, dopo una riunione con i sindaci, alcuni dei quali hanno chiuso le scuole dell’infanzia, ci è stato chiesto di fare un’ordinanza uniforme anche da questo punto di vista. Dopodiché, analizzando i dati, se sarà possibile riapriremo i nidi e le scuole dell’infanzia anche prima. Per le famiglie sono già previsti dalla normativa sia l’incentivazione del lavoro a distanza sia i permessi, ma anche noi siamo al lavoro su questo fronte».
La variante in ospedale
«Come è successo non sono in grado di poterlo dire, so che quello è stato il campanello di allarme che ci ha permesso poi di fare ulteriori approfondimenti perché si è verificata una velocità di propagazione incredibile. Per quello che ne so, per i report che ricevo, tutte le misure sono state messe in atto».
Le polemiche politiche
«Questo è un momento complicato in cui le scelte che adotto sono sostenute da documenti tecnico-scientifici, per cui non posso che assecondare le richieste che mi arrivano. Per il bene dei cittadini bisogna intervenire con determinazione, con tempi brevi, per fermare un contagio non ordinario. Questo il tema. Per il resto credo non ci debbano essere polemiche. Io mi assumo la responsabilità che compete al mio ruolo».